Domenica 28 giugno un razzo Falcon 9 dell'azienda aerospaziale SpaceX è esploso in volo mentre trasportava una capsula Dragon carica di rifornimenti e strumenti scientifici, diretti verso la Stazione Spaziale Internazionale. L'incidente è avvenuto a poco più di due minuti dal lancio da Cape Canaveral e non avrà conseguenze per l'equipaggio a bordo della base orbitante.
Gli scienziati sono al lavoro per chiarire le cause del disastro, che – sebbene sia presto per tirare conclusioni – potrebbe anche rallentare i piani della Nasa, che dal 2017 dovrebbe appoggiarsi totalmente a SpaceX (e alle sue nuove navicelle Dragon V2) per portare nello spazio i propri astronauti.
Non c'è due senza tre. È la terza volta in dieci mesi che qualcosa va storto in una missione di rifornimento dell'ISS. Il primo incidente risale all'ottobre 2014, quando il vettore cargo della Orbital Science è esploso quattordici secondi dopo il lancio dalla Wallops Flight Facility della Nasa, in Virginia, distruggendo alcuni materiali necessari per gli esperimenti di Samantha Cristoforetti.
Ad aprile 2015, invece, è stato il turno della capsula russa Progress, partita dal cosmodromo di Baikonur (Kazakistan), che dopo il mancato aggancio alla stazione spaziale è precipitata sulla Terra, per fortuna senza causare danni.
Cosa è successo? Per il razzo Falcon 9 si tratta del primo fallimento dopo 18 lanci portati a termine con successo. L'esplosione è avvenuta 139 secondi dopo la partenza, a circa 34 chilometri di altezza (qui sotto il video in inglese di Space X: il lancio ha inizio al minuto 21:25).
Il primo commento a caldo è stato del patron di SpaceX Elon Musk, che come molti sanno è anche proprietario di Tesla e fautore di svariati progetti futuristici, come Internet dallo spazio o il treno superveloce Hyperloop.
Su Twitter il magnate sudafricano ha spiegato che si sarebbe verificato un eccesso di pressione nel serbatoio dell'ossigeno liquido del modulo superiore del lanciatore, aggiungendo che i dati «suggeriscono una causa controintuitiva».
Nella conferenza che ha fatto seguito all'incidente il presidente di SpaceX Gwynne Shotwell ha confermato che il problema avrebbe riguardato il motore del secondo stadio del razzo, sottolineando come i dati telemetrici trasmessi dalla capsula Dragon potrebbero fornire importanti indizi per sciogliere il rebus. «Siamo in una posizione favorevole per scoprire cosa è successo», ha dichiarato, «e tornare al volo il prima possibile in modo sicuro e affidabile».
Cosa è andato perso? Secondo quanto annunciato dalla Nasa, le scorte di acqua e cibo attualmente presenti sull'ISS sono sufficienti per sfamare i tre astronauti a bordo (due russi e un americano) fino al prossimo mese di ottobre; l'intoppo non avrà dunque conseguenze immediate per la loro salute.
L'esplosione ha comunque distrutto la strumentazione necessaria per realizzare 30 progetti scientifici e 35 esperimenti a gravità zero. Nella lista dei dispositivi distrutti c'è ad esempio la macchina per la reazione a catena della polimerasi (PCR), da usare per lo studio dell'espressione genica in orbita. Ironia della sorte, sul cargo viaggiava anche una sofisticata telecamera per l'analisi delle meteore che bruciano nell'atmosfera terrestre, che si era già disintegrata una prima volta insieme al vettore della Orbital Science.
E adesso? La prossima missione di rifornimento è prevista per il 3 luglio, quando un veicolo spaziale russo Progress, rimesso a nuovo per l'occasione, partirà dal Kazakistan. Nel mese di agosto toccherà poi alla Japan Aerospace Exploration Agency che spedirà sull'ISS una delle sue navette cargo.
Sempre a luglio l'equipaggio della base orbitante dovrebbe passare da tre a sei unità, ma affinché il programma venga rispettato bisognerà prima attendere che le derrate alimentari a bordo della capsula Progress arrivino a destinazione "sane e salve".
Cosa farà SpaceX? Una volta terminate le indagini SpaceX girerà la documentazione alla Nasa e alla Federal Aviation Administration (il Dipartimento dei Trasporti statunitense), e fino a quando non arriverà il via libera, i razzi Falcon 9 non potranno spiccare altri voli. Al momento non è possibile fare previsioni sulle tempistiche, ma Gwynne Shotwel ha detto che non dovrebbe volerci «più di un mese o giù di lì».
Resta anche da chiarire se l'accaduto frenerà in qualche modo la roadmap che dovrebbe portare la Nasa, entro il 2017, ad usare esclusivamente le capsule Dragon Version 2 (e magari la nuova generazione di Falcon 9 riutilizzabili) per trasportare i cosmonauti nello spazio.