Cometa ISON, un quadro più completo e aggiornato, si trova qui
[29 novembre, ore 17:27] L'orbita della cometa ISON non sarebbe cambiata in modo significativo durante il perielio. L'unica cosa ad essere certamente cambiata è la dimensione del suo nucleo, ora sensibilmente più piccolo rispetto alle stime iniziali (che erano, lo ricordiamo, tra i 950 e i 1250 metri). Gli scienziati della Nasa stanno ancora cercando di capire se la cometa ISON sarà ancora visibile a occhio nudo, ma per adesso nessuno si sbilancia.
[29 novembre, ore 17:14] La cometa ISON potrebbe essere sopravvissuta al perielio: è quanto afferma la Nasa in un comunicato postato sul suo sito. Secondo l'agenzia spaziale USA parte del nucleo potrebbe essere ancora intatta, fatto confermato anche dal cometologo della Nasa e dell'Esa Karl Battams: ISON sembrerebbe comportarsi ancora come una cometa (qui la news completa). Tuttavia è ancora troppo presto, precisa Battams, per sapere se nei prossimi giorni potremo tornare ad osservarla ad occhio nudo.
[29 novembre, 15:15] La cometa ISON e il suo passaggio al perielio (il punto più vicino al Sole), rimangono ancora un mistero. Qui accanto potete osservare l'ultima foto (delle 13.30 ora italiana) dagli strumenti di SOHO. Rimane qualche cosa della cometa ma non è chiaro di che cosa si tratti. Secondo l'esperto di comete dell'Esa Gerhard Schwehm, sembrerebbe che il nucleo si sia quasi completamente disintegrato. Soltanto ulteriori analisi e osservazioni potranno farci capire se una parte del nucleo è riuscito a sopravvivere alla furia del Sole.
Il fatto che alcuni osservatori solari come SDO o SWAP (dell'Esa) non trovino traccia della cometa ISON non è una prova certa della sua completa evaporazione. Tali satelliti hanno strumenti particolari che riescono a osservare l'emissione di particolari elementi e non è detto che ciò che rimane di ISON sia facilmente osservabile con gli "occhi" di quei satelliti.
[29 novembre, 15:06] Un lettore ci chiede se ci sia il pericolo di una pioggia di meteoriti sulla Terra, derivanti dalla frammentazione di ISON. Rispondiamo con le parole degli esperti del Goddard Space Flight Center della Nasa: «Anche se la cometa ISON si fosse disintegrata, era così vicino al Sole che l'attrazione gravitazionale solare avrebbe catturato gli eventuali frammenti».
Il paragone più usato per descriverla, nelle ultime ore, è quello con i gatti: la cometa ISON è imprevedibile proprio come i mici di casa, è impossibile capire quale sarà la sua prossima mossa. E proprio come i gatti, sembra avere 7 vite.
Nella serata di ieri infatti ISON è stata più volte data per "morta", con il nucleo vaporizzato dal calore e dalla gravità solare: ma proprio mentre fonti autorevoli, come l'ESA, la davano per disintegrata una nuova, più debole scia della cometa ha fatto sperare che parte di essa fosse sopravvissuta al perielio.
Mentre la gigantesca palla di ghiaccio e polveri si avvicinava al Sole - raggiungendo gli 1,2 milioni di chilometri di distanza dalla nostra stella - un notevole calo di luminosità della cometa e della sua coda ha fatto credere che il nucleo non avesse resistito alle alte temperature solari.
La lunghezza della coda (più estesa ma dall'aspetto poco compatto) osservabile nelle immagini della telecamera LASCO C2 del telescopio SOHO, ha spinto molti astronomi a dichiarare la fine di ISON. Anche perché il Solar Dynamics Observatory (SDO), il telescopio spaziale della Nasa che studia il Sole, durante il perielio l'ha completamente persa di vista.
Ancora non è dato sapere se quello che gli strumenti di osservazione solare continuano a vedere sia effettivamente parte del nucleo, né se eventualmente, questa frazione di ISON, sia destinata a sopravvivere (o se riusciremo a vederla ancora nei nostri cieli i prossimi giorni).
La situazione è fluida e in costante divenire: occorreranno circa 48 ore per rianalizzare i dati e le immagini e formulare ipotesi più precise sul destino della cometa. Del resto, da giorni i cometologi ci ripetono che il comportamento di questi corpi celesti è totalmente imprevedibile.
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