Passata la tempesta Oumuamua, il visitatore alieno che a lungo ha fatto discutere sulla sua reale natura, l'attenzione degli astronomi è ora interamente concentrata su un nuovo oggetto celeste, che potrebbe rivelarsi un secondo turista interstellare.
I dati raccolti finora fanno pensare si tratti di una cometa dalla traiettoria iperbolica (cioè altamente eccentrica), una caratteristica che farebbe pensare a una sua origine nello Spazio profondo. L'oggetto avvistato per la prima volta il 30 agosto dagli scienziati del Crimean Astrophysical Observatory e inizialmente identificato come gb00234, ha ora un nome ufficiale, C/2019 Q4 (Borisov).


Tempo prezioso. Il primo visitatore interstellare, Oumuamua, fu avvistato per la prima volta nell'ottobre 2017, quando era già lanciato verso l'esterno del Sistema Solare e le chances di studiarlo da vicino erano ormai molto basse. Al contrario, C/2019 Q4 sembra essere all'inizio del suo transito locale, e potrebbe passare vicino a Marte, e alla Terra, alla fine dell'anno. A dicembre dovrebbe trovarsi a meno di due volte la distanza Terra-Sole e potrebbe rimanere visibile fino al gennaio 2021.


Con gli occhi addosso. Questo lasso di tempo dovrebbe consentire agli scienziati di "prenotare" finestre di osservazione sui migliori strumenti disponibili come il Very Large Telescope in Cile, il Keck Observatory e il telescopio Gemini alle Hawaii. Olivier Hainaut, un astronomo dell'ESO già impegnato su Oumuamua, ha riferito che alcuni colleghi stanno preparando una proposta per dare un'occhiata alla cometa con Hubble, mentre altri sperano di osservarla agli infrarossi con Spitzer o con il Wide-field Infrared Survey Explore (WISE).
Che cosa sappiamo. Al momento C/2019 Q4 si trova a circa 3,5 Unità Astronomiche (la distanza media Terra-Sole) dalla nostra stella e appare appena sopra l'orizzonte terrestre, un fatto rende particolarmente ardue le osservazioni. Inoltre, come tutte le comete, somiglia più a una macchia di gas in movimento che a un preciso "puntino", e non è così facile intuirne la posizione. Per ora i dati non permettono di escludere completamente che possa provenire dal Sistema Solare, ma nelle prossime settimane dovremmo esserne più sicuri.
Le prime immagini suggeriscono che si porti appresso un piccolo alone di polveri, come fanno le comete: studiandolo con i telescopi si potranno forse avere informazioni sulla sua composizione chimica. Se di cometa si tratta, le prime simulazioni mostrano che si sta muovendo nella nostra direzione a 30 km al secondo, una velocità leggermente maggiore di quella di Oumuamua.