Se si rompe la tuta nello spazio, gli astronauti non hanno tempo di mettersi lì a rammendarla. Ma molto probabilmente in futuro questo problema non esisterà più. Dal 2018 potrebbero essere usate tute speciali capaci di autoripararsi.
Un gel contenuto nel materiale della tuta potrebbe riempire lo strappo. Non solo, il tessuto potrà avvertire l’astronauta del buco, grazie a un allarme elettronico. Tra le sue pieghe si nascondono, infatti, tanti fili elettrici, alimentati da un piccolo generatore.
Sarà sicuramente molto utile per i cosmonauti – per i quali un piccolo strappo all’abito in talune missioni potrebbe essere molto pericoloso - ma di certo non è “sexy”. Come invece la tuta in velcro e zip con apertura davanti, inventata da una scrittrice americana per fare sesso nello spazio.
In assenza di gravità, infatti, l’unico modo per scambiarsi effusioni è quella di indossare materiali che permettano in modo artificiale ai corpi di stare vicini. Sempre ammesso che tutto funzioni: secondo i calcoli di alcuni scienziati, nello spazio, a causa della diminuzione della pressione sanguigna, potrebbero anche verificarsi dei problemi di erezione.
Foto: © NASA-JSC