Mentre ancora appena si parla di tornare sulla Luna, la NASA e altre Agenzie spaziali pensano già a come colonizzare l'intera Galassia. Alla 10° edizione della Global Trajectory Optimisation Competition (GTOC), ai partecipanti è stato chiesto di tracciare la rotta verso il maggior numero di sistemi stellari. La consegna fornisce 100.000 ipotetici sistemi colonizzabili con posizioni ben precise: "vince" chi ne raggiunge di più consumando meno energia.
Fantaproblema. Si tratta di un esercizio di fantasia e di scienza missilistica: la consegna della competizione presuppone che fra 10.000 anni la razza umana deciderà di dare il via alla colonizzazione sfrenata della Via Lattea con 5 navi generazionali, ovvero enormi navi spaziali sulle quali tra la partenza e l'arrivo possono passare diverse generazioni. Nella consegna, il tempo limite per colonizzare la Via Lattea è di 90 milioni di anni, quindi abbastanza perché sulle navi si susseguano milioni e milioni di generazioni di coloni.
La competizione è stata vinta da un team composto da importanti istituti di ricerca cinesi (qui il breve video con lo schema della soluzione). Qui sotto, invece, la soluzione proposta dall'Advanced Concept Team (ACT) dell'ESA (l'Agenzia spaziale europea), che si è classificato terzo.
La soluzione dell'ACT dell'ESA: dal Sistema Solare (in giallo) partono le 5 navi generazionali (in blu e verde) che raggiungono i diversi sistemi stellari. Mentre la nave madre prosegue la sua corsa, parte della popolazione di coloni spaziali si trasferisce su di un pianeta, da cui partiranno altri coloni (in rosso) verso nuovi sistemi stellari. | ESA
Lontani, ma umani. L'ACT ha inoltre preso la palla al balzo per esaminare altri aspetti interessanti di questo scenario fantascientifico. Ogni nave generazionale sviluppa infatti il proprio sistema sociale ed evolve la propria lingua fino a renderla del tutto nuova. Del resto, la distanza (centinaia e migliaia di anni luce) rende infatti impossibile la comunicazione con la Terra e le altre navi generazionali.
Tecnologia aliena. Inoltre, una volta in viaggio, la nave non può fermarsi per fare delle riparazioni, per esempio, perciò, a bordo, molti sistemi devono essere in grado di autoripararsi. Se in futuro queste idee troveranno una realizzazione, le astronavi finiranno per essere più simili a un organismo che ad una macchina.
Inerzia tiranna. Per la nave sarà impossibile anche fare rifornimento: è per questo che nella competizione sono state favorite le soluzioni che impiegano meno energia di propulsione. Ed è sempre questo il motivo per cui le navi generazionali, dopo averci reso una "specie interstellare", proseguiranno per sempre il loro viaggio, inoltrandosi infine nello spazio intergalattico.