Le tappe fondamentali per avviare il miracolo del concepimento ci sono note sin dai banchi di scuola, ma come andrebbero le cose in un ambiente a gravità ridotta? La domanda non è banale, per una specie che, come la nostra, ha mire di colonizzazione spaziale. Così un gruppo di scienziati del Nasa Ames Research Center e dell'Università del Kansas ha deciso di spedire alcuni campioni congelati di spermatozoi umani e di toro sulla Stazione Spaziale Internazionale, a bordo della capsula Dragon CRS-14.
Utile due volte. Il cargo di SpaceX ha consegnato il prezioso carico (un totale di 2.650 kg di materiale scientifico, cibo e attrezzature per l'equipaggio) il 3 aprile. L'esperimento denominato Micro-11 ha il duplice scopo di capire come cambia il moto delle cellule sessuali maschili in assenza di peso, e allo stesso tempo di comprendere meglio, senza l'interferenza della gravità, alcune dinamiche impossibili da osservare sulla Terra.
Differenze sostanziali. Alcuni precedenti esperimenti su spermatozoi animali suggeriscono che, nello Spazio, alcuni passaggi che portano al concepimento avvengano a ritmi diversi: per esempio l'attivazione delle code sembra più rapida, mentre il processo di fusione con la cellula uovo avviene più lentamente o non avviene del tutto (un "dettaglio" non da poco, che potrebbe ostacolare il processo di concepimento nello Spazio, sempre che una gravidanza in orbita sia teoricamente possibile).
Per l'esperimento Micro-11, l'equipaggio dovrà scongelare i 12 campioni di liquido seminale umano e i 6 di toro arrivati a bordo, e trattare la metà di essi con un mix di sostanze chimiche che li farà muovere più velocemente e renderà più fluida la loro membrana (due trasformazioni essenziali per il concepimento che avvengono normalmente in natura, e che prendono il nome di capacitazione). L'altra metà dei campioni servirà da "controllo". Il moto delle cellule sarà filmato al microscopio per essere analizzato nello Spazio e sulla Terra. Infine, i campioni saranno rispediti quaggiù, per essere studiati di nuovo.
Le altre classi lo fanno meglio. Per il momento, la questione della riproduzione umana nello Spazio non è prioritaria - anche perché almeno ufficialmente non è mai stato fatto sesso nello Spazio - ma potrebbe diventarlo nei prossimi decenni. Fino ad oggi in questo campo i mammiferi non se la sono cavata molto bene: quando nel 1979 i sovietici provarono a far accoppiare alcuni ratti nello Spazio, due femmine rimasero incinte, ma abortirono poco dopo. Meglio è andata ai non mammiferi: rane, salamandre, meduse, ricci di mare, lumache e nematodi si sono riprodotti con successo in microgravità.