Le meteore non si dissolvono soltanto per l'attrito e il calore dell'ingresso in atmosfera: esplodono dall'interno, complici le fratture presenti nella loro superficie porosa. Lo afferma una nuova simulazione basata sull'evento di Chelyabinsk (in Siberia) del 2013, quando un bolide del diametro di una ventina di metri esplose in cielo provocando un'onda d'urto che ferì centinaia di persone.
Fessure. La ricerca, pubblicata su Meteoritics & Planetary Science, ha studiato l'interazione tra una meteora rocciosa che fa il suo ingresso in atmosfera e l'aria che la circonda. Man mano che il masso spaziale si avvicina a Terra forma una bolla di aria pressurizzata davanti a sé, e uno spazio vuoto dietro. L'aria pressurizzata, "aspirata" dal vuoto retrostante, può farsi largo attraverso le crepe del masso, finendo per disintegrarlo dall'interno.
Doppio schermo. Mentre le passate simulazioni sulle meteore paragonavano il loro ingresso in atmosfera al rientro delle astronavi, questo modello ha assunto, come punto di partenza, le esplosioni dei reattori nucleari: un approccio che ha permesso di prendere meglio in considerazione la natura porosa delle rocce celesti. L'atmosfera terrestre è uno scudo migliore di quanto si creda: se il calore strappa dalle meteore gli strati più esterni, sono la loro porosità e il contatto con l'aria a disintegrarle.