Ci sono due tipi di telescopi: rifrattori e riflettori. Nei primi, più adatti ai principianti, la luce emessa da una stella passa per una lente che la concentra in un punto (fuoco). Nei riflettori, invece, la luce è concentrata da specchi concavi. Le caratteristiche fondamentali di un telescopio sono: 1) distanza tra l’obiettivo - specchio o lente - e il suo fuoco (distanza focale); 2) diametro dell’obiettivo (apertura); 3) rapporto tra apertura e distanza focale (rapporto di apertura). Maggiore è la distanza focale, più grande appare l’oggetto, mentre la sua luminosità aumenta con l’apertura (per le stelle) o con il rapporto di apertura (per nebulose e galassie). Per osservare l’immagine bisogna però ingrandirla con una lente (oculare): l’ingrandimento è dato dal rapporto tra le distanze focali dell’obiettivo e dell’oculare. Cambiando oculare si ha un diverso ingrandimento, ma va tenuto conto del potere risolutivo del telescopio, che è la capacità dell’obiettivo di dare un’immagine separata di due oggetti vicini. Aumentare l’ingrandimento quando il potere risolutivo è già massimo dà un’immagine più grande ma non più ricca di particolari. I riflettori amatoriali si distinguono in newtoniani, dobsoniani, Cassegrain (più adatti alle osservazioni), Schmidt-Cassegrain e Maksutov-Cassegrain (adatti anche per fare foto) a seconda della posizione e della forma delle lenti, che determinano la distanza focale e la correzione delle aberrazioni geometriche.