Dimenticate le patate coltivate in serra nel film The Martian: e se nello Spazio facessimo "crescere" hamburger e bistecche? È l'idea di un'azienda privata israeliana, la Aleph Farms, specializzata in carne sintetica qui sulla Terra: la compagnia ha affidato uno dei suoi preziosi incubatori di cellule animali ai quattro astronauti della missione spaziale privata Axiom-1 affinché lo portassero sulla ISS. Così è partito il primo esperimento pilota per coltivare carne nello Spazio, i cui risultati sono ora in fase di studio.
bistecca in provetta. Se il termine "coltivazione" vi fa pensare troppo a frutta e verdura, un buon sostituto è "proliferazione": nello Spazio come sulla Terra, la carne sintetica si ottiene alimentando un mucchietto di cellule animali (per esempio di bovino o di pollo) con un mix di nutrienti, come amminoacidi e carboidrati. Le cellule proliferano differenziandosi in fibre, finché non se ne ricava una quantità sufficiente per formare tessuto muscolare - quello che di solito mangiamo.
L'alimento ottenuto viene aromatizzato, colorato e venduto come carne: è un processo lungo, complesso e costoso, difficile da riprodurre su larga scala, che avrebbe però il merito di ridurre le emissioni di metano, la macellazione di animali e il consumo di suolo e acqua. Così stanno le cose in presenza di gravità. Ma nello Spazio?
Cellule bovine sulla ISS. Come riporta il sito della BBC, l'8 aprile i quattro astronauti della prima missione spaziale privata sulla ISS hanno portato nello Spazio un piccolo contenitore pieno di cellule bovine insieme ai nutrienti per farle moltiplicare. L'intento era dimostrare che è possibile far crescere e prolferare le cellule animali in microgravità e farle differenziare nelle componenti basilari di una... bistecca, ossia muscoli e grasso.
Il 24 aprile l'esperimento è stato riportato a Terra, dove ora sarà analizzato. «Sappiamo da molti precedenti studi scientifici che la fisiologia e la biologia si comportano in modo molto diverso in microgravità», ha spiegato Zvika Tamari, a capo della ricerca spaziale in Aleph Farms: «perciò nessuno sa se questi processi di coltivazione di carne possano effettivamente avvenire nello Spazio». Tra i finanziatori del progetto c'è l'attore e attivista Leonardo di Caprio, mentre l'ex astronauta della NASA Karen Nyberg, collega di Luca Parmitano, fa parte del comitato di consiglieri.
calorie nello spazio. Se anche l'esperimento dimostrasse che è possibile ricavare carne sintetica nello Spazio, non è detto che ne valga la pena.
Tanto per cominciare, per una questione di costi: con SpaceX il costo dei lanci spaziali è diminuito di circa 20 volte rispetto all'era dello Space Shuttle, ma per ogni chilo di payload (carico pagante) spedito sulla ISS ci vogliono pur sempre 2.700 dollari (oltre 2.500 euro).
Inviare materiale su Marte sarebbe molto più oneroso, e dato che le cellule di carne sintetica crescono su ingredienti edibili come zuccheri, acqua, amminoacidi, c'è il rischio che le calorie spese siano molte di più di quelle ricavate. Come spiega alla BBC David Humbird, ingegnere chimico dell'Università di Berkeley, «nel migliore dei casi si possono recuperare il 25% delle calorie da consumare come cibo. Perché trascinare tutte quelle calorie nello Spazio (con costi astronomici, ndr) per dissiparne il 75%?».
intossicazione spaziale. C'è poi la delicata questione della sterilità delle colture. «Le cellule animali crescono lentamente - continua Humbird - se batteri o funghi raggungessero la coltura si moltiplicherebbero molto più rapidamente delle cellule animali e le supererebbero in numero. A quel punto staremmo coltivando batteri. E bisognerebbe gettare tutto». Il problema della contaminazione c'è anche a Terra e con un po' di attenzione si potrebbe evitare, ma vi immaginate un'intossicazione in una colonia marziana?
Domani grigliata? Non ci sono soltanto le ragioni pratiche sul piatto. Anche il morale degli astronauti impegnati in lunghe missioni lontano da casa è importante, e poter contare su odori, sapori e preparazioni familiari allevierebbe forse gli anni trascorsi su un altro pianeta. Ma quello di nutrire i prossimi avamposti umani nello Spazio con cibi nutrienti, facili da coltivare e che abbiano una buona resa resta un problema che va ben al di là della carne sintetica. Prima di puntare allo Spazio, questo tipo di alimento deve superare una prova forse più ardua: dimostrare di poter funzionare su larga scala e con prezzi competitivi quaggiù sulla Terra.