Pianeta viene dal vocabolo greco planetes che significa “errante”, “vagante”. Tale nome è stato attribuito, fin dall’ antichità, ai corpi celesti come Luna, Marte, Mercurio, Venere... perché nel cielo sembrano mutare la loro posizione rispetto alle cosiddette stelle fisse.
Dai Greci a Copernico. A dare il nome ai singoli pianeti furono proprio gli astronomi greci che, nel corso dei secoli, svolsero approfonditi studi sul sistema solare. Basta pensare ad Aristarco di Samo, vissuto nel III secolo avanti Cristo, che considerava il Sole al centro del sistema solare. Ma la teoria fu accettata soltanto diciotto secoli più tardi, quando la ripropose l’astronomo polacco Niccolò Copernico.
Pianeti olimpici. Nel chiamare i vari pianeti, i greci fecero riferimento agli dei dell’Olimpo. Così abbiamo che al pianeta più luminoso, Venere, venne attribuito il nome della dea della bellezza; a quello che si muove più velocemente, il nome di Mercurio, messaggero degli dei; a Marte, pianeta dal colore rossastro, il nome del dio della guerra; Giove, che è il pianeta più grande, fu abbinato alla divinità più importante della mitologia; per Saturno, che era il più lontano, si scelse il dio padre di Giove e di altre divinità.
Gli ultimi "battesimi". A quel tempo, i pianeti Urano, Nettuno e Plutone non erano noti perché troppo lontani e visibili solo con strumenti ottici. Infatti furono scoperti successivamente e cioè nel 1781, nel 1846 e nel 1930. Ma vennero ugualmente battezzati con nomi tratti dalla mitologia greca per rispetto della tradizione.