Spazio

Che cosa ci fanno questi ragni su Marte?

Li ha fotografati l'orbiter di ExoMars ma non sono - naturalmente - quel che sembra: si formano su Marte nel passaggio tra l'inverno e la primavera.

Sono ragni, questi che sembrano zampettare nella regione del polo sud di Marte? Se non sapessimo che è impossibile saremmo pronti a scommetterci, tanto è la somiglianza con gli aracnidi terrestri. Fortunatamente però, la foto che vedete, catturata dal Trace Gas Orbiter della missione dell'ESA ExoMars mostra un altro, non meno affascinante, fenomeno in corso sul Pianeta Rosso.

Fontane di gas e fango. Come spiegato sul sito dell'ESA, queste figure scure si formano su Marte durante il passaggio tra l'inverno e la primavera marziani, quando i raggi del Sole ricadono sugli strati ghiacciati di anidride carbonica depositati sulla superficie nei mesi più freddi. Per effetto del calore, il ghiaccio di CO2 negli strati inferiori sublima in gas che si accumula e risale in superficie, rompendo gli strati sovrastanti spessi anche un metro. Il gas così creatosi trascina con sé polveri e sabbie scure dal sottosuolo e si libera in superficie formando dei geyser, che fanno ricadere il loro carico sui ghiacci circostanti.

Illusioni protettive. Depositandosi, il materiale espulso dai geyser crea sulla superficie di Marte questi motivi a forma di ragno, che nella realtà hanno un diametro compreso tra i 45 metri e fino a un chilometro e sono molto diversi dalle centinaia di aracnidi che ci pare di vedere nella foto qui sopra.

Il fatto che l'occhio umano tenda a riconoscere forme familiari in immagini inedite e con strutture che non conosce è perfettamente spiegabile con il meccanismo psicologico della pareidolia (dal greco èidōlon, "immagine", con il prefisso parà, "vicino").

In sostanza il cervello cerca di dare un senso al mondo attorno a noi rintracciando in esso regolarità e pattern già noti, e usandoli per decidere se è il caso di difendersi o fuggire. Questo fenomeno, che ai nostri antenati salvava la vita, ci ha costretto già in passato a rintracciare nelle rocce su Marte facce, cucchiai fluttuanti, ammoniti e altre inesistenti amenità.

27 aprile 2024 Elisabetta Intini
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