Alla sonda della Nasa Dawn mancano una quindicina di giorni all’arrivo in orbita attorno al pianeta nano Cerere. E da 83.000 km, meno della metà della distanza Terra-Luna, ha fotografato le due facce del pianetino mostrandocele come mai le avevamo viste. E così fino ad oggi avvolto nel mistero, il piccolo pianeta nano (circa 950 km di diametro) inizia a svelare le sue caratteristiche.
SCIENZIATI SCONCERTATI. Risulta subito difficile associarlo al nome della dea Cerere, dea materna della terra, della fertilità, dei raccolti e della nascita perché il pianeta nano inizia a mostrarsi per quello che è: un oggetto ricco di crateri, alcuni grandi anche un terzo della sua faccia che mostra alla sonda, ma con tanti misteri che i planetologi non si aspettavano. «Mentre continua l’avvicinamento della sonda ci aspettavamo di rimanere sorpresi, ma non ci aspettavamo di essere così sconcertati», ha detto Chris Russell, responsabile della missione.
STRANE MACCHIE BIANCHE. I misteri riguardano soprattutto le intense macchie bianche che si osservano qua e là sulla superficie (vedi foto iniziale). Che cosa sono? Forse grandi aree ghiacciate o qualcosa che ancora deve essere immaginato dagli scienziati. E poi ci sono grandi crateri in parte cancellati da altri che ci dicono che il pianeta deve avere subito una lunga storia di eventi drammatici.

GHIACCIO SOPRA, ACQUA SOTTO. Ma cos’è Cerere? Dal 2006 è considerato un pianeta nano, così come Plutone, Haumea, Eris e Makemake. Le osservazioni fatte fino ad oggi permettono di affermare che dovrebbe avere una superficie composta da un miscuglio di minerali (forse argille idrate e carbonati) e ghiaccio d’acqua. Al di sotto di tale crosta dovrebbe esistere un mantello che potrebbe ospitare un vero e proprio oceano d’acqua liquida, come lo possiede Europa (un satellite di Giove). Più sotto ancora dovrebbe esserci un nucleo roccioso, forse ferroso.
Per tutto questo il pianeta risulta estremamente interessante e quindi l’arrivo della sonda Dawn è atteso con trepidazione dagli scienziati. A bordo della sonda c’è anche tecnologia italiana, lo spettrometro (in grado di analizzare la composizione del materiale superficiale) Vir, realizzato dall’Inaf con il contributo dell’Asi. La sonda ha alle spalle l’esplorazione del protopianete Vesta che, con i suoi circa 530 km di diametro, è il terzo oggetto per dimensioni della Fascia Principale degli asteroidi, dopo il pianeta nano Cerere e l’asteroide Pallade. Dawn era rimasto nell'orbita di Vesta per circa 14 mesi, analizzandolo fin nei particolari.

SCOPERTO DA UN ITALIANO. Cerere venne scoperto casualmente il primo gennaio del 1801 dall’astronomo italiano Giuseppe Piazzi.
La sonda Dawn è una navicella che utilizza motori a propulsione ionica che a scapito di una minor velocità rispetto ad altre sonde richiede una quantità di carburante assai ridotto per percorrere lunghe distanze.