Il segno è inequivocabile: nuvole di vapore che si alzano, di tanto in tanto, verso lo spazio. Così gli astronomi dell’Esa hanno trovato conferme della presenza d’acqua sul pianeta nano Cerere, il più grande asteroide della fascia interna con i suoi 950 chilometri di diametro. Tre volte, tra novembre 2011 e marzo 2013, il telescopio spaziale Herschel ha osservato il vapore alzarsi dalla superficie di questo corpo celeste, che orbita nella fascia principale degli asteroidi (la cosiddetta Asteroid Belt), tra le orbite di Marte e Giove. La notizia è stata pubblicata lo scorso 22 gennaio su “Nature” ed è forse l’ultimo frutto delle osservazioni di Herschel, andato in pensione a maggio 2013 dopo aver raccolto 25mila ore di dati.
Radiazioni rivelatrici
Il telescopio dell’Esa ha riconosciuto le nubi di vapore grazie alla sua capacità di captare le radiazioni nel campo degli infrarossi. Quelle emesse da Cerere (o rimbalzate sulla sua superficie) a tratti risultavano assorbite secondo lunghezze d’onda tipiche del vapore acqueo. Gli occhi di Herschel hanno saputo individuare anche il luogo d’origine delle nubi di vapore: si tratta di due zone specifiche, lontane tra di loro e larghe ciascuna 60 chilometri. Ognuna di queste emetteva sei chili di vapore acqueo al secondo. «È la prima volta che si rileva dell’acqua in modo così chiaro, su Cerere e in generale nella fascia principale degli asteroidi”» ha spiegato l’astronomo dell’Esa Michael Küppers.
Criovulcani o ghiaccio da cometa?
Quello che non è stato possibile determinare è invece cosa abbia generato le nuvole di vapore. Le due aree interessate sono risultate di colore più scuro rispetto al resto dell’asteroide, ma si loro non si sa altro. Una delle ipotesi è che l’origine siano due criovulcani, vulcani ghiacciati già osservati su satelliti come Europa e Titano e che – a differenza di quelli terrestri – emettono sostanze volatili come ammoniaca, metano o vapore acqueo. “Ma è difficile che Cerere abbia mantenuto così a lungo il calore interno per conservare dei vulcani”, osserva Küppers. Più probabile allora che il vapore sia il frutto della sublimazione di ghiaccio vicino alla superficie dell’asteroide, dovuta alle radiazioni solari. Proprio come avviene per le comete.
Aspettando Dawn
Il mistero potrebbe essere svelato a partire da febbraio 2015, quando la sonda della Nasa “Dawn” – lo stesso che ci ha già raccontato i segreti dell’asteroide Vesta – dovrebbe raggiungere l’orbita di Cerere. Dawn potrebbe aiutarci anche a capire meglio la composizione di questo “pianeta nano” e quantificare l’acqua che contiene.
Da anni, gli scienziati ipotizzano che su Cerere ve ne sia molta di più che su Vesta e confermarlo rafforzerebbe un’altra ipotesi: quella che i due asteroidi siano nati in zone lontane del sistema solare e che abbiano viaggiato nello spazio. Uno simile a loro potrebbe aver portato l’acqua sulla Terra, giocando così un ruolo importante nell’origine della vita.
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