Un gruppo internazionale di radioastronomi è riuscito a individuare una zona di cielo pressoché inesplorata. La porzione di cielo era nascosta alla nostra vista dalla presenza stessa della nostra Galassia, in particolare dal denso agglomerato di stelle e nubi di polveri che si concentrano nel piano della Via Lattea.
I ricercatori sono riusciti a scovarla attraverso una lunga serie di osservazioni con il radiotelescopio da 64 metri di diametro dell’Osservatorio di Parkes (Nuovo Galles del Sud, Australia).
Centinaia di galassie finora sconosciute. Le galassie scoperte sono centinaia e si trovano a distanze relativamente piccole in termini astronomici, circa 250 milioni di anni luce, praticamente dietro l’angolo, se consideriamo che conosciamo ormai galassie lontane circa 13 miliardi di anni luce, al confine estremo dell’Universo.
Le galassie che sono state individuate sono 883, di cui circa un terzo non erano mai state osservate in precedenza. Questi risultati hanno richiesto un lunghissimo lavoro, prima osservativo e poi di elaborazione dei dati raccolti.
Un lavoro da certosini. Basti pensare che le osservazioni sono state effettuate tra il 1997 e il 2000, quasi 20 anni fa, a dimostrazione di quanto tempo può essere necessario per elaborare, analizzare e pubblicare i complessi dati provenienti dai grandi radiotelescopi.
Una sfida che diverrà ancora più impegnativa a partire dal prossimo decennio, quando il futuro ciclopico radiotelescopio Square Kilometre Array (SKA), un progetto internazionale che vede coinvolti 20 Paesi e la cui realizzazione prevede l’installazione di migliaia di antenne interconnesse tra di loro in Australia e Sud Africa. La superficie di raccolta totale di queste antenne sarà di oltre un chilometro quadrato. L’avvento di SKA spingerà la problematica dell’elaborazione dei dati a livelli estremi.
Il "Grande Attrattore" è ancora un mistero. La scoperta delle galassie “nascoste” potrebbero aiutare a spiegare un'anomalia gravitazionale al centro del Superammasso Locale, chiamato anche Superammasso della Vergine. Questa anomalia fa convergere verso un punto dello spazio, noto come Grande Attrattore, centinaia di migliaia di galassie, compresa la Via Lattea, come se si trovassero sotto l'influenza di una forza gravitazionale equivalente a un milione di miliardi di Soli.
Nel loro studio, i radioastronomi coordinati da Lister Staveley-Smith hanno cercato di arrivare a capo di questo misterioso Grande Attrattore, i cui effetti furono riscontrati già negli anni ‘70 e ’80, senza arrivare in seguito a una spiegazione convincente di questo fenomeno. «In tutta franchezza, noi non capiamo che cosa stia causando questa accelerazione gravitazionale sulla Via Lattea o da dove provenga», ha affermato Staveley-Smith.
«Sappiamo però che in questa regione si trovano alcuni raggruppamenti molto grandi di galassie, che chiamiamo ammassi (cluster) o superammassi, e tutta la nostra Via Lattea si sta muovendo verso di loro ad una velocità superiore ai 2 milioni di km/h».
Anche se complessivamente queste strutture non hanno una massa sufficiente a spiegare il Grande Attrattore (una galassia media contiene un centinaio di miliardi di stelle) la loro scoperta fa supporre che si sia sulla strada giusta e che ulteriori ricerche in quella porzione del cielo permetteranno di spiegare completamente questa misteriosa anomalia.