C’è grande attesa alla Nasa per una “piccola missione” dentro una ”grande missione”. La grande missione è quella di Cassini, la sonda costruita dall’Agenzia Spaziale Europea (e in particolare dall'Agenzia Spaziale Italiana) e dalla Nasa, che è in orbita attorno a Saturno dal 2004.
Le sue scoperte sono innumerevoli: riguardano Saturno, i suoi anelli e gli innumerevoli satelliti.
La “piccola missione” dentro la “grande missione” è quella che si volgerà domani 28 ottobre 2015, quando la sonda campionerà l’acqua dell’oceano che sta sotto la crosta ghiacciata di Encelado, una delle lune di Saturno.
La sonda infatti, sorvolerà il satellite a soli 48 chilometri dalla superficie, su un’area dalla quale fuoriescono pennacchi di vapore acqueo che provengono dall’acqua sottostante. In pratica sono degli enormi geyser che si innalzano nello spazio per centinaia di chilometri.
MOLECOLE ORGANICHE O NO? L’analisi spettrografica di tali getti, realizzata durante i precedenti sorvoli della sonda, ha messo in luce la presenza di molecole organiche quali metano, propano, acetilene e formaldeide. Alcune di quelle sostanze possono essere prodotte da reazioni chimiche, ma anche da batteri che popolano l’oceano di Encelado. Un quesito, la cui risposta meriterebbe da sola una missione spaziale. Ma domani Cassini sorvolerà quel mondo e non è detto che riesca a trovare la soluzione all’enigma che qualunque possa essere sarà comunque di grande interesse scientifico.
IN DICEMBRE UN ALTRO SORVOLO. Se non riuscirà a dare una risposta alla presenza o meno di vita nell’oceano di Encelado, riuscirà comunque a raccontarci qualcosa di più sull’attività idrotermale che avviene in profondità, sul fondo dell’oceano, dove avvengono le reazioni chimiche (organiche o no) che originano le molecole scoperte nel getti. Dopo il sorvolo del 28 ottobre la sonda Cassini ripasserà vicino ad Encelado il 19 dicembre del 2015 ad una quota di 4.999 chilometri e in quel caso rileverà il flusso di calore che fuoriesce dal satellite saturniano.
IL GRAN FINALE. Poi ci sarà poco più di un anno di tempo per studiare Saturno e i suoi satelliti perché nel 2017 la sonda verrà fatta precipitare all’interno del pianeta al temine della sua ventennale missione, partì infatti il 15 ottobre del 1997, un finale che prevede di raccogliere il maggior numero di informazione sull’atmosfera più alta del pianeta, prima che la sonda venga definitivamente distrutta.