Nessuna perturbazione, neppure lieve, è rilevabile nell'orbita della sonda Cassini.
È quanto dichiara la Nasa in un secco e conciso comunicato, rilasciato a commento di uno studio a firma di un team di astronomi dell'Ente di ricerca francese (CNRS), possibilista nell'attribuire al Pianeta 9 le "lievi perturbazioni dell'orbita della sonda". Ne abbiamo parlato anche noi: vedi Il Pianeta Nove disturba l'orbita di Cassini?, su Focus.it.
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Un comunicato che riportiamo più sotto nelle sue linee generali, ma che in buona sostanza si legge così:
PRIMO l'orbita di Cassini è perfetta, esattamente quella prevista dai responsabili della missione e dagli esperti del Jet Propulsion Lab, e,
SECONDO, l'esistenza dell'ipotetico Pianeta 9 è tutta da dimostrare.
In questa nostra estrema sintesi ci siamo presi qualche libertà, in particolare nell'interpretare il "tono piccato" della risposta della Nasa. Ma ecco che cosa dice l'Agenzia spaziale Usa, più o meno alla lettera.
La smentita. Diversi articoli recenti riportano di una misteriosa anomalia nell'orbita della sonda Cassini che potrebbe essere spiegata dall'attrazione gravitazionale di un nuovo, ipotetico pianeta massiccio nel Sistema Solare, da qualche parte oltre l'orbita di Nettuno. Tuttavia, mentre l'esistenza di un nuovo pianeta deve ancora essere accertata, il controllo missione di Cassini non ha rilevato alcuna deviazione immotivata nell'orbita della sonda, dal suo arrivo nel sistema di Saturno, nel 2004.
«Un pianeta sconosciuto oltre l'orbita di Nettuno, di massa 10 volte quella della Terra, farebbe sentire i suoi effetti sull'orbita di Saturno, non su quella di Cassini», afferma William Folkner, planetologo (astronomo planetario) del JPL. E Folkner (si legge nel comunicato) sviluppa i calcoli delle orbite planetarie utilizzate per la navigazione ad alta precisione delle navicelle della Nasa. «Non abbiamo registrato nessuna anomalia superiore agli errori di misura nei dati di Cassini dal 2004 al 2016.»
Uno studio recente ipotizza che se Cassini restasse operativa fino al 2020, i suoi dati potrebbero rivelare una "zona di maggiore probabilità" dove si celerebbe il nuovo pianeta nella sua lunga orbita attorno al Sole. Purtroppo la fine della missione è prevista per fine 2017, quando la sonda avrà esaurito il carburante e si tufferà nell'atmosfera di Saturno. «Saremmo felici se Cassini potesse contribuire a localizzare un nuovo pianeta nel Sistema Solare, ma nella sua orbita non c'è nulla che non possa essere spiegato con i nostri attuali calcoli», conclude infine Earl Maize, responsabile del progetto Cassini al JPL.
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