Il ringiovanito telescopio spaziale “Hubble” (HST) ci ha inviato due bellissime ed eccezionali “cartoline” natalizie. Nel vero senso della parola, in quanto si tratta di due regioni in cui sono appena nate e stanno nascendo delle nuove stelle.
Ambedue sono state riprese dalla nuova Wide Field Camera 3 (WFC3), la terza camera a grande campo di cui è stato dotato HST, che da quasi 20 anni è in orbita attorno alla Terra, nel corso della quarta ed ultima missione di manutenzione effettuata dallo Space Shuttle “Atlantis” lo scorso mese di maggio.
Immagine della regione centrale della nebulosa di Orione ottenuta dalla WFC3 del telescopio spaziale ‘Hubble’. Sovrapposte sono le immagini dei cosiddetti “propylid”,cioè sistemi planetari nelle loro prime fasi evolutive.
La prima, ci fornisce un immagine in cui sono visibili dettagli senza precedenti della regione interna della nebulosa di Orione. Questa nebulosa, visibile ad occhio nudo nella parte centrale della “cintura” di Orione, è un’immensa regione di formazione stellare e probabilmente la più famosa delle nebulose della nostra Galassia. Sovrapposti all’immagine sono riportati gli ingrandimenti di numerosi “propylid” (acronimo per protoplanetary disk, dischi protoplanetari), molti dei quali sono dei sistemi planetari nelle loro prime fasi evolutive. Alcuni di essi emettono la luce diffusa dalla stella che si trova al loro interno, mentre altri mostrano un disco scuro formato da polveri fredde da cui si formeranno dei pianeti. Molti altri mostrano degli archi che altro non sono che i fronti d’urto prodotti dal fortissimo vento stellare emesso dalle giovani stelle quando questo incontra la materia che le circonda. La Nebulosa di Orione dista da noi circa 1.500 anni luce.
L’altra spettacolare immagine, la cui ampiezza corrisponde a circa 100 anni luce, riguarda un altro “vivaio” stellare, denominato R 136. Questa turbolenta regione di formazione stellare ha un’età di pochi milioni di anni e si trova nella gigantesca nebulosa 30 Doradus che fa parte della Grande Nube di Magellano, una galassia irregolare satellite della Via Lattea, distante da noi circa 170.000 anni luce, che è visibile ad occhio nudo nell’emisfero australe.
Immagine della regione di formazione stellare R 136 nella nebulosa 30 Doradus, uno degli oggetti più caratteristici della Grande Nube di Magellano. Alcune di queste stelle, le più brillanti e quindi più massicce, entro qualche milione di anno esploderanno come supernovae.
Buona parte delle stelle brillanti azzurre che formano l’ammasso di stelle giovanissime sono tra le più massicce finora conosciute. Alcune di esse hanno una massa che supera di 100 volte la massa del Sole e tra qualche milione di anni questa regione sarà teatro di un incredibile show, quando molte di queste stelle esploderanno come supernovae.
Lo studio di queste giovanissime stelle e dell’ambiente da cui hanno avuto origine fornirà delle importanti informazioni sui meccanismi che sono alla base della loro genesi e sulle prime fasi della loro evoluzione.