Scoprire l'acqua, meglio se liquida, è il primo passo per trovare la vita su Marte. Due scoperte vanno in quella direzione.
Il paesaggio marziano nasconde forse ancora molti segreti, che solo quando arriveranno le sonde terrestri potranno essere svelati. © Nasa. |
Il quale si origina dal decadimento radioattivo dell'uranio, comune nelle rocce terrestri e marziane. La reazione "spara" il radon ad alta velocità e pressione e questo fa sì che il gas resti intrappolato in rocce vicine a quelle che contengono l'uranio.
Ma in presenza di acqua o ghiaccio, il radon rallenta, passa attraverso gli strati di roccia e emerge in superficie. Sulla Terra decade quasi subito, ma su Marte, dove l'atmosfera è più rarefatta, potrebbe dare origine a sbuffi alti fino a 20 m, facilmente individuabili da un economico e piccolissimo sensore. Ora si pensa di sviluppare l'idea per una missione Nasa prevista nel 2009.
Torri calde su Marte. Alcuni punti caldi che i satelliti hanno scoperto sulla superficie di Marte potrebbero assomigliare a strutture presenti al Polo sud, che sono create dall'attività geotermica. Il fatto che i punti caldi di Marte lo siano sia di notte sia di giorno depone a favore di una loro origine "interna" al pianeta, dice Nick Hoffman, dell'università di Melbourne in Australia. Le torri del Polo sud sono presenti intorno all'Erebus, un vulcano attivo dell'isola di Ross, dove le condizioni sono fredde e secche quasi come su Marte.
Queste torri sono alte circa 10 metri, e si trovano solo al Polo Sud; quando il vapore caldo esce da un "camino" vulcanico, l'acqua contenuta gela immediatamente e produce queste strutture peculiari; che sono ovviamente più calde del territorio circostante.
Nessuno ha ancora studiato la presenza di vita microbica in queste torri, ma si sa che esistono batteri in punti dalle condizioni molto più rigide.
Grattacieli viventi? E quindi non è improbabile che anche su Marte i punti caldi, se veramente corrispondono alle torri del Polo sud, ospitino primitive forme di vita. Infatti il calore dello sbuffo vulcanico potrebbe fornire un ambiente favorevole, e il ghiaccio potrebbe proteggere le delicate cellule dai raggi ultravioletti del sole. L'esplorazione di Marte grazie ai satelliti potrebbe portare a scoprire molto di più su queste torri nel 2004, quando le nuvole che coprono il bacino di Hellas (dove sono presenti le strutture) si diraderanno, permettendo ai satelliti una visione migliore attraverso foto ad alta risoluzione dell'area. (Notizia aggiornata al 7 agosto 2003