Dopo Oumuamua, abbiamo scoperto un secondo visitatore interstellare venuto a bussare alla nostra porta: è la cometa interstellare C/2019 Q4 (Borisov), o gb00234 sulla lista Near-Earth Object Confirmation Page (NEOCP), ma ormai nota come 2I/Borisov, dove la "I" del nome sta per iperbolica, ossia con traiettoria iperbolica. Scoperta solo qualche mese fa, ha entusiasmato gli astronomi che hanno studiato la sua traiettoria: non solo è destinata a lasciarsi alle spalle per sempre il Sistema Solare, ma anche la sua provenienza è lontana e misteriosa.
Natali segreti. Un team di astronomi ha ipotizzato che venga dal sistema binario (cioè composto da due stelle) chiamato Kruger 60, a 13 anni luce da noi. Tuttavia non c'è modo di provare il suo luogo d'origine, e del suo futuro sappiamo ancora meno: l'8 dicembre raggiungerà la minima distanza dal Sole (circa 2 unità astronomiche) e pochi giorni dopo la minima distanza dalla Terra. Dopodiché... di nuovo nello spazio interstellare, verso l'infinito!


Nel periodo di vicinanza al Sole la Borisov potrebbe essere visibile con un buon telescopio, ma la luminosità delle comete dipende molto anche dalla struttura e dalla composizione del loro nucleo, quindi c'è sempre un margine di incertezza. Ed essendo una cometa interstellare, ossia un oggetto di cui sappiamo ben poco, la sua luminosità è decisamente poco prevedibile.
Giochi di gravità. Gli astronomi credono che Borisov abbia lasciato il suo sistema stellare di origine (qualunque esso sia) dopo aver sfiorato un pianeta coinquilino, con un effetto fionda gravitazionale che l'avrebbe sparata nello spazio interstellare, dove ha percorso diversi anni luce prima di arrivare a noi. Ora, accelerata sempre di più dalla forte gravità del Sole, la cometa interstellare viaggia a circa 150.000 km/h. Ma la vita di questa cometa apolide, prima e dopo questo breve incontro, è un placido naufragio in un oceano senza fine.