La notizia è circolata qualche giorno fa: il 25 luglio scorso, nei dintorni di una base aerea americana di Thule, in Groenlandia, sarebbe esploso un gigantesco oggetto. Poche le notizie certe, difficile districarsi nel marasma di illazioni e di bufale che si è ben presto innescato, tirando in ballo puntualmente anche gli alieni. La presenza, sullo scenario, della una base militare, dunque avvolta da tutta la riservatezza del caso, ha fatto sì che per capire cosa sia realmente successo ci sia voluto qualche giorno. Ora, finalmente, sappiamo qualcosa di più.
Come una piccola atomica. A dare ufficialmente una prima versione dei fatti è stato successivamente Hans Kristensen, responsabile del Nuclear Information Project per la Federation of American Scientists: la sera del primo agosto un tweet spiegava che “un bolide è esploso con una deflagrazione pari a 2,1 chilotoni, 43 km al di sopra del radar di preallarme missilistico posizionato alla base aerea di Thule, in Groenlandia”. Nessun esperimento misterioso da parte dei militari, insomma. E nessuna interferenza di oggetti volanti alieni...
Al momento nessuno ha rilasciato informazioni circa le dimensioni del bolide che, secondo stime di esperti, doveva raggiungere qualche decina di metri. Al tweet ha fatto poi eco Ron Baalke del Jet Propulsion Laboratory delala NASA, il quale riferiva di un evento accaduto il 25 luglio, anche in questo caso localizzato in corrispondenza della base americana. La traiettoria del bolide, probabilmente molto inclinata, ha fatto che l'evento si sia concluso senza grandi conseguenze (una traiettoria più verticale avrebbe invece potuto provocare effetti anche disastrosi).
E i militari? Da parte della base militare degli Stati Uniti non è stato diramato alcun annuncio ufficiale e questo ha fatto nascere il sospetto che la base stessa non abbia rilevato l’evento oppure che abbia preferito soprassedere. Il fenomeno del 25 luglio è paragonabile a quanto avvenne nel 2013 sopra la Russia, quando un bolide esplose a 22 chilometri di quota causando ingenti danni a una cittadina sottostante, Chelyabinsk, e provocando centinaia di feriti a causa dei vetri degli edifici andati in frantumi.