Durante un'attività extraveicolare (EVA) all'esterno del segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale, sono stati trovati batteri viventi di origine sconosciuta, che sono stati già spediti a Terra e analizzati in laboratorio.
L'ha fatto sapere in un'intervista all'agenzia di stampa russa TASS il cosmonauta Anton Shkaplerov, che il mese prossimo tornerà sulla ISS. Shkaplerov ha raccontato che il campionamento è avvenuto in un'area esterna della base dove si accumulano i residui di carburante dovuti alle manovre dei motori.
Nuovi arrivati? I batteri in questione non erano presenti nel 1998, quando quel modulo fu lanciato nello Spazio: «Sono arrivati dallo Spazio esterno e si sono stabiliti fuori dalla ISS. Li stanno studiando e sembra non rappresentino un pericolo» ha detto il cosmonauta, usando parole che si prestano a interpretazioni ambigue, o comunque un po' affrettate.
Visitatori alieni? magari... Prima di leggere tra le righe una possibile scoperta di vita (batterica) aliena, occorre chiarire alcune cose. La stessa TASS ha fatto sapere che i microrganismi sono stati probabilmente portati fino a lì dai tablet degli astronauti e da altre strumentazioni usate durante le EVA.
Inoltre, non è la prima volta che l'agenzia spaziale russa dichiara di aver trovato microbi all'esterno della ISS, ma tutti gli organismi rinvenuti finora si sono rivelati di origine terrestre. Quelli studiati in un esperimento durato dal 2010 al 2016 sono risultati un connubio di microbi di diversa provenienza, inclusi batteri planctonici marini e batteri del suolo tipici del Madagascar.
Mezzi di trasporto. Questi, e quelli di cui parla Shkaplerov, potrebbero essere arrivati sulla ISS "prendendo un passaggio" dalle correnti ascensionali che trasportano materia fino alla ionosfera; potrebbero essersi attaccati ad alcune componenti in fase di lancio, o aver contaminato l'esterno della ISS attraverso la vita che brulica al suo interno (nel laboratorio si alternano astronauti in continuazione).
immortali (o quasi). Il dato interessante è - ancora una volta - la loro incredibile capacità di sopravvivenza, a temperature che vanno dai 121 °C nel lato soleggiato, ai -157 °C in quello in ombra, a oltre 400 km da Terra, in condizioni alterate di gravità e nonostante le radiazioni. Precedenti ricerche sugli Escherichia coli hanno evidenziato come, sorprendentemente, le colture di questi batteri nello Spazio siano ancora più resistenti agli antibiotici che sulla Terra.