Mentre una parte della comunità scientifica è impegnata
nella messa a punto di sistemi che proteggano il nostro
pianeta dal possibile impatto con asteroidi pericolosi e
potenzialmente distruttivi, un gruppo di... dissidenti sta
pensando a come agganciare una grande roccia spaziale per
avvicinarla alla Terra e utilizzarla come base per future
missioni nel cosmo.
Il progetto, che a prima vista può sembrare la traccia per
un film di fantascienza di serie B, è in realtà serissimo
ed è stato discusso pochi giorni fa nel corso di un
seminario presso il California Institute of Technology.
Basta prenderlo...
L'idea degli scienziati è quella di mandare nello spazio
un robot in grado di agganciare un asteroide con un
magnete o con un arpione per poi spingerlo vicino alla
Terra grazie a motori elettrici alimentati dall'energia
solare.
E se la roccia fosse troppo pesante per il robot, una
grande nave spaziale potrebbe agire come trattore gravitazionale e avvicinarla alla Terra.
Per essere utilizzabile come base avanzata, l'asteroide
dovrebbe essere collocato in un punto gravitazionalmente
neutro tra la Terra e il Sole noto come punto di Lagrange.
Discount spaziale
Ma quali sarebbero i vantaggi di una simile soluzione?
Secondo gli esperti molti: gli asteroidi potrebbero essere
una fonte a basso costo di materie prime indispensabili
nelle missioni spaziali. Molte di queste rocce sono per
esempio ricche di acqua allo stato solido, dalla quale si
potrebbero ottenere ossigeno e idrogeno combusibile per le
astronavi.
In questo modo si ridurrebbero
considerevolmente i costi per la spedizione di materiali
nello spazio.
Non solo: gli asteroidi sono ricchissimi di minerali ferrosi che
potrebbero essere estratti e impiegati sulla Terra ma anche nello
spazio per la costruzione di futuribili basi su altri
pianeti. E le tecnologie per questa cattura spaziale sono
disponibili già oggi.
Se qualcosa va storto?
Tutto questo in teoria, perchè in pratica la situazione è
ben più complessa: gli asteroidi hanno infatti forme
irregolari e ruotano vorticosamente su diversi assi. Gli
ingegneri non sono ancora sicuri di riuscire ad avere un
controllo completo su questi moti: il rischio è quello di
rompere il delicato equilibrio che dovrebbe tenere il
pianetino nel punto di Lagrange, creando così i
presupposti per un clamoroso, e drammatico, impatto con la
Terra.
Ma l'importante è andare per gradi: e così John Brophy, un
ingegnere della NASA, sta lavorando a un progetto che
prevede la cattura di un piccolo asteroide di un paio di
metri di diametro e 2 tonnellate di peso e il suo
avvicinamento alla Stazione Spaziale Internazionale.
Corsa all'oro cosmico
Interessante ma... quanto costa? Non poco: solo il
progetto pilota per la cattura del piccolo asteroide di
due metri richiederebbe investimenti per oltre un miliardo
di euro. E la cifra cresce esponenzialmente con
l'aumentare delle dimensioni del bersaglio.
E così occorre trovare uno sponsor: una delle idee uscite
dalla quattro giorni di Pasadena è quella di eseguire solo
la prima parte del piano, cioè posizionare un asteroide
nel punto di Lagrange, e poi indire una gara tra le
aziende interessate allo sfruttamento minerario del
pianetino, così da far sviluppare ai privati le tecnologie
minerarie e di trasporto spaziali.
«Ma il fine ultimo di questo ambizioso progetto» ricorda
Brophy «è quello di fare un passo in avanti, anche in
senso fisico, nell'esplorazione del Sistema Solare».
Prendi l'asteroide al lazo
Avvicinare un asteroide alla Terra e utilizzarlo come base avanzata per l'esplorazione del cosmo: il curioso progetto di un gruppo di scienziati
