Stardust
ha raccolto dei campioni delle particelle di materiale cometario presenti nella chioma cometaria, che poi sono stati riportati a terra nel gennaio 2006.
Apollo
Immagini del nucleo della cometa Wild 2 ripresa dalla sonda Stardust della NASA. In quelle in basso (sovraesposte) sono visibili i getti di vapore.
fly-by
Si ritiene che si tratti di crateri da impatto e/o le tracce lasciate dai getti di vapore provenienti dalle zone interne dei nuclei cometario durante il loro passaggio ravvicinato al Sole. Durante il fly-by della sonda Stardust, erano attivi almeno dieci di questi getti.
nelle polveri di cometa riportate a Terra dalla sonda sono stati individuati numerosi composti organici, due dei quali contenenti azoto, e idrocarburi alifatici in catene più lunghe rispetto a quelle normalmente osservate nel mezzo interstellare.
Non sono stati osservati silicati idrati, né carbonati, e ciò suggerirebbe che la polvere della cometa Wild 2 non sembra aver subito alterazioni per mezzo di acqua allo stato liquido. Sono state trovate poche particelle di carbonio puro, mentre l’abbondanza di silicati cristallini come l’olivina, che si formano ad alta temperatura, è sostanziale.
Diamond
Diamond
le missioni Apollo riportarono a Terra circa 380 kg di rocce lunari.
i campioni contengono piccoli granelli di ossido di ferro che possono essersi formati dall’attività dell'acqua a bassa temperatura sulla cometa Wild2. Le analisi finora condotte hanno inoltre confermato che altri grani si sono formati a temperature molto alte, un dato che sembra non essere in accordo con il fatto che le comete dovrebbero essersi formate nelle zone più lontane e fredde del Sistema Solare. Questa inattesa scoperta ha sollevato nuovi interrogativi su come questi residui della formazione del nostro sistema planetario abbiano avuto veramente origine.