Tutto inizia da una foto che un personaggio noto, come l'alpinista Marco Confortola, pubblica sulle sue pagine Facebook e Instagram il 30 ottobre. L'immagine mostra un profilo di montagne che Confortola ha ripreso all'alba salendo sul Gran Zebrù, nel gruppo Ortles-Cevedale, in Trentino-Alto Adige. Sullo sfondo, una striscia di luce che si arrampica nel cielo. Considerando che nelle ultime settimane l'attività solare è stata piuttosto alta, l'immagine inizia a girare nel web, interpretata come un'aurora visibile a latitudini eccezionalmente basse, come quelle dell'Italia.
Attività Solare sì, ma non così tanta. Ma iniziano anche i dubbi. «La mattina del 30 ottobre, quando la foto è stata scattata, l'indice Kp era tra 1 e 3, su una scala che va da 0 a 9», sottolinea Emanuele Balboni, astrofisico ed esperto di astrofotografia. Questo indice valuta il disturbo prodotto dal vento solare nel campo magnetico terrestre e, indirettamente, suggerisce quale sia la probabilità che si formino aurore polari.
«Un valore tra 1 e 2 significa che posso vedere aurore in Finlandia o in Islanda, non alle latitudini dell'Italia. Anche nella notte successiva, tra il 30 e il 31, quando sono arrivati sulla Terra gli effetti dell'eruzione solare che si è verificata il 28 ottobre, l'indice ha raggiunto valori tra 4 e 5, non sufficienti per vedere aurore dall'Italia», precisa Balboni. Quella notte sembra che, per esempio, una timida aurora sia stata avvistata da Rotterdam, in Olanda, ben più a nord del nostro Paese.
Il profilo della luce. E allora, cosa ha fotografato Confortola all'alba del 30 ottobre? Innanzitutto, l'alpinista non ha scritto nei suoi post che si trattava di un'aurora. Ha parlato soltanto di "immagine pazzesca", nel senso di suggestiva. E, come ha sottolineato in un nuovo post di oggi, non è un esperto di fenomeni celesti e quindi non ha avanzato ipotesi su cosa avesse fotografato; ma intanto la foto era rimbalzato nella Rete, dato che Confortola su Facebook ha oltre 80.000 follower.
«L'ipotesi più probabile è che si tratti della luce dell'alba, che a causa di un "mosso" involontario verso il basso a sinistra ha prodotto la striscia di luce. Questo sembrerebbe confermato dal fatto che il profilo superiore della luce segue quasi esattamente con quello delle montagne in basso nell'immagine», spiega Balboni. «E il colore della striscia di luce, giallastro, è lo stesso che si vede più in basso, cioè quello dell'alba». Un colore che non è impossibile per le aurore, ma molto inusuale, dato che la maggior parte di esse si manifestano con toni di verde e di rosso.
Insomma, molto clamore su qualcosa che qualcuno ha rilanciato troppo frettolosamente interpretandolo a modo suo. E i social hanno fatto il resto.