L’USGS, il servizio geologico degli Stati Uniti, sta seriamente valutando se vale o meno la pena di sfruttare le risorse minerarie degli asteroidi, ossia se l’umanità (gli Usa) potrà realmente sfruttare le ricchezze di ciò che sta al di fuori del nostro pianeta. Il tema è affrontato nel modo più serio e scientifico possibile, appurando, innanzi tutto, se certe affermazioni fatte da società private o da ricercatori indipendenti - che sostengono che ogni asteroide possiede una ricchezza mineraria del valore di miliardi di euro - siano veritiere o frutto di fantasia.
Ironia a parte, l'USGS ha una comprovata esperienza e un approccio imparziale nel quantificare le risorse terrestri, e questo è una garanzia: gli esperti arriveranno certamente a mappe geologiche affidabili (per quanto possibile) sulla reale consistenza di risorse minerarie su asteroidi e satelliti vari. Questo prima di lanciarsi in avventure spaziali pericolose ed economicamente incerte - un approccio molto concreto, nel quale si riconosce il temperamento del nuovo direttore, Jim Reilly, scienziato ed ex astronauta della Nasa.
Al momento l'USGS non ha un budget dedicato allo studio degli asteroidi, ma nel 2017 ha realizzato uno studio di fattibilità per la valutazione quantitativa delle risorse minerarie. Ora si tratterà di capire se realmente gli asteroidi possono essere le nostre future miniere di minerali (che prima o poi sulla Terra termineranno, o diventeranno economicamente insostenibili). Che gli asteroidi siano ricchi di minerali è certo, ma è necessario capire se i costi-benefici sono sostenibili.