Lo scorso 17 marzo l'astrofilo Gerrit Kernbauer, da Modling (Austria), stava osservando Giove con il suo telescopio da 200 millimetri. Durante l'osservazione girò anche un filmato che, visto qualche giorno dopo, rivelò un flash luminoso sull'orizzonte orientale del pianeta.
«Quella sera non era tra le migliori per le osservazioni», spiega Kernbauer, «e non ho dato importanza al video, ecco perché l'ho guardato solo qualche giorno dopo: quando ho visto il lampo di luce ho subito ripensato alla Shoemaker-Levy 9, e così l'unica spiegazione che mi sono dato è che un oggetto fosse entrato nell'alta atmosfera di Giove, disintegrandosi.»
Lo schianto del secolo. La Shoemaker-Levy 9 è la cometa frantumata e catturata dalla forza di gravità di Giove: tra il 16 e il 22 luglio del 1994 oltre 20 frammenti della cometa colpirono il pianeta alla velocità di 215.000 chilometri all'ora. Non è stato facile definire la dimensione dei frammenti: i pareri erano discordanti, ma alla fine prevalse l'ipotesi di un corpo originario con un diametro di una decina di chilometri, mentre per i frammenti la stima è stata di 2-3 chilometri.
L'oggetto che ha colpito Giove il 17 marzo doveva essere molto più piccolo, forse una decina di metri o poco più, perché non ha lasciato segni visibili dello scontro.
Si conoscono vari altri eventi analoghi. Nel luglio del 2009, per esempio, una macchia scura apparve sull'emisfero meridionale di Giove, individuata da un astrofilo australiano, Anthony Wesley.
Una serie di analisi effettuate con strumenti più potenti mostrò caratteristiche simili alla serie di impatti della Schoemaker-Levy 9 che portarono ad ipotizzare che su Giove era caduto un oggetto con un diametro di circa 500 metri. Allora come oggi è tuttavia impossibile fare ipotesi sulla natura dell'oggetto, se fosse cioè una cometa o un piccolo asteroide.
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