Uno dei più grandi asteroidi, denominato (2) Pallade, è in realtà un proto-pianeta che in circostanze diverse a quelle in cui si trovò circa 4,5 miliardi di anni fa potrebbe essere diventato un pianeta vero e proprio.
Pallade ha un diametro di 570 km ed i risultati di un recente studio della sua superficie e della sua forma, realizzato grazie ai dati raccolti dal Telescopio Spaziale “Hubble”, suggeriscono che questo asteroide è in realtà più “dinamico” di quanto si potesse pensare sinora.
Immagine dell’asteroide (2) Pallade ripresa dal Telescopio Spaziale “Hubble”. Dopo Cerere, che è stato promosso al rango di "pianeta nano", Pallade è l'oggetto di maggiori dimensioni della Fascia Principale degli asteroidi.
Pallade, grazie alle sue dimensioni, ha una forza di gravità che gli permette di avere una forma praticamente sferica ed insieme a Cerere (poco meno di 1.000 km di diametro) e a Vesta (530 km) può essere considerato l’embrione di un pianeta non nato, un vero e proprio proto-pianeta. Oggetti di questo tipo potrebbero essere diventati dei pianeti, come Marte o la Terra, se questa zona dello spazio interplanetario non fosse stata soggetta alle perturbazioni gravitazionali di Giove, il gigante del Sistema Solare che si formò in tempi molto brevi. Queste perturbazioni, infatti, fecero sì che le velocità relative dei planetesimi presenti tra Marte e Giove, aumentassero ad un livello tale per cui quando questi oggetti si incontravano, anziché unirsi tra di loro per dare origine ad oggetti di maggiori dimensioni si distruggevano. Un fenomeno che è proseguito sino ai giorni nostri (la cosiddetta evoluzione collisionale degli asteroidi).
In pratica, la Fascia Principale degli asteroidi, tra le orbite di Marte e Giove, ci offre una visione di come doveva essere il nostro sistema planetario poco più di 4,5 miliardi di anni fa, prima che i pianeti maggiori completassero la loro formazione.
Lo studio mostra che Pallade è rimasto intatto senza aver subito profondi cambiamenti sin da quell’epoca. Ma una cosa interessante è che su questo proto-pianeta in un passato probabilmente lontano sia stata presente dell’acqua. I dati spettroscopici, infatti, mostrano che la superficie di questo asteroide è ricoperta da minerali idrati, i quali sembrano indicare che durante un certo periodo sia stata presente una notevole abbondanza di acqua, che probabilmente esiste tuttora sotto forma di ghiaccio nell’immediato sottosuolo.
Anche Pallade, insieme a Vesta, è in lista di attesa per diventare “pianeta nano” come Cerere, secondo la nuova classificazioni dei corpi del Sistema Solare definita nell’agosto 2006 dall’International Astronomical Union.