Immaginate una rete di sentinelle invisibili disseminata sul nostro Pianeta, pronta a captare i segnali inequivocabili di un'esercitazione nucleare in atto. Mentre vegliava sul rispetto degli accordi sugli esperimenti nucleari in atmosfera, questo network di sensori agli infrasuoni, gestito dall'organizzazione Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization (Trattato di bando complessivo dei test nucleari - CTBT), ha captato le tracce di un altro tipo di evento catastrofico: la caduta di 26 asteroidi sulla Terra, dal 2000 al 2013.
Stimare i rischi, ma senza panico
Secondo le stime della fondazione USA, di cui fanno parte anche alcuni ex astronauti della Nasa, gli impatti di asteroidi sulla Terra sarebbero da 3 a 10 volte più comuni di quanto ipotizzato finora, e quelli abbastanza grandi da distruggere - potenzialmente - una grande città cadrebbero una volta ogni 100 anni.
Ma non è il caso di diffondere inutili allarmismi: la maggior parte degli impatti, nel video lo si vede bene, viene neutralizzata dall'atmosfera terrestre o avviene negli oceani che ricoprono oltre il 70% del nostro pianeta, o ancora in aree remote e scarsamente popolate.
Non ancora identificati
Mentre la maggior parte (oltre il 90%) degli asteroidi in grado di provocare danni irreparabili al nostro pianeta è sotto controllo - e nessuno di questi incombe all'orizzonte - ben poco si sa di quelli di dimensioni comprese tra i 100 e i 1000 metri, che secondo le più recenti stime della Nasa potrebbero arrivare a un numero vicino a 20 mila, e la cui carica distruttiva sarebbe considerevole se cadessero nei pressi di aree abitate (si pensi alla pioggia di frammenti di meteorite che ha colpito Cheliabynsk, in Russia, il 15 febbraio del 2013).
Una sentinella guardiana
Per questo la fondazione B612 (che prende il nome dal meno inquietante asteroide del Piccolo Principe di Saint Exupery) sta lavorando a un telescopio orbitante - "Sentinel" - finanziato da privati che a partire dal 2018 dovrebbe individuare, puntando verso la Terra da un'orbita analoga a quella di Venere, le rocce vaganti all'interno del Sistema Solare, non ancora identificate dagli altri osservatori celesti perché coperti dal riverbero del Sole. Dopo aver visto questo video lo attendiamo tutti con impazienza.
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