Una navicella grande più o meno come un frigorifero impatterà a 21.000 chilometri l’ora contro un asteroide del diametro di 160 metri: che cosa succederà?
La missione, programmata dalla Nasa per il 2024, serve a verificare se con le nostre tecnologie siamo in grado di deviare un eventuale asteroide in rotta di collisione con la Terra. DART (Double Asteroid Redirection Test), questo il nome della missione, è passata dalla fase di sviluppo concettuale a quella di progettazione.
Lindley Johnson, del Planetary Defense Coordination Office, spiega che «si tratta in realtà solo della prima fase di un progetto mirato a verificare l'efficacia delle tecniche di impatto cinetico con l'uso di una sonda per deviare un asteroide da una rotta pericolosa per la Terra».
Deviazione minima. L’oggetto scelto per questa missione è Didimo, un asteroide doppio composto da un oggetto più grande, Didimo A (780 metri di diametro) e uno più piccolo, Didimo B (160 metri). I due oggetti ruotano uno attorno all’altro: passeranno vicino alla Terra nel 2022 e poi nel 2024, la data scelta per il test.
«Il fatto che Didimo B ruoti attorno al fratello maggiore renderà più evidente la deviazione di orbita che riusciremo a ottenere», spiega Tom Statler (Nasa). Nonostante la velocità della DART, che porterà alla sua completa distruzione, gli scienziati ritengono che non si produrranno deviazioni significative nell'orbita dell'asteroide binario attorno al Sole.
Prove sul campo. Nonostante i complessi modelli al computer, che hanno tratteggiato diversi scenari dell'impatto, il test in condizioni reali è importante perché si conosce troppo poco della struttura interna degli asteroidi, e un evento reale è fondamentale per ricalibrare le simulazioni.
Al momento non si conoscono asteroidi in rotta di collisione con la Terra, ma tra quelli censiti circa 1.800 sono considerati potenzialmente pericolosi e tenuti sotto osservazione attraverso programmi come NeoWise, Minor Planet Center e CNEOS.