Spazio

Sulle tracce di Oumuamua: da dove arriva?

C'è un'ipotesi su come potrebbe essere fatto il sistema stellare da cui proviene l'asteroide Oumuamua, che attraverso il Sistema Solare ha catturato l'attenzione di tutti.

Oumuamua, l'asteroide scoperto a fine 2017 dal telescopio Pan-STARSS 1 (Hawaii), sta tornando nello spazio profondo, dopo aver fatto visita al nostro Sistema Solare. A maggio si troverà in prossimità dell'orbita di Giove, poi verso fine anno vicino all'orbita di Saturno e poi via di nuovo nello spazio profondo per tornare, forse, al suo sistema solare.

Quel che si poteva fare per studiarlo è stato fatto: è stato osservato con i più potenti telescopi e radiotelescopi durante il suo transito - il punto di massimo approccio alla Terra si è avuto a 33 milioni di chilometri, mentre viaggiava a 30 chilometri al secondo.

Il percorso di Oumuamua (linea tratteggiata) e la traiettoria delle comete nel Sistema Solare (linea chiara). © ESO

Adesso si tratterà di analizzare i dati ottenuti e di formulare qualche ipotesi sulla sua origine. Le prime analisi hanno suggerito che è ricoperto da materiale organico, cosa che spiegherebbe il suo colore scuro, e che all'interno potrebbe esserci acqua.

Da dove arriva? Alan Jackson, del Centre for Planetary Sciences della University of Toronto (Canada), avanza un'ipotesi - pubblicata sul Monthly Notices della Royal Astronomical Society. Jackson non ha individuato la stella madre, ma è riuscito a identificare la categoria di sistemi planetari da cui potrebbe aver avuto origine. Si tratterebbe di sistemi stellari binari, ossia composti da due stelle che orbitano l'una attorno all'altra: questo tipo di configurazione pare essere molto comune nella nostra galassia e, come per i sistemi solari composti da una sola stella, i binari possono avere pianeti, asteroidi e comete.

Un'immagine di Oumuamua ripresa dal Wiyn Telescope. © R. Kotulla (University of Wisconsin)

Data la loro conformazione, però, le stelle binarie agiscono gravitazionalmente sui corpi più piccoli costringendoli su traiettorie molto più caotiche rispetto a quelle dei corpi che ruotano attorno a un unico sole.

Tale caratteristica, secondo lo studio di Jackson, rende "il sistema binario molto più efficiente rispetto ai sistemi stellari composti da un'unica stella nell'espellere verso lo spazio esterno corpi come asteroidi e comete". La ricerca ipotizza anche che almeno una delle due stelle deve essere calda e con una massa relativamente alta, poiché si presume che un tale sistema abbia un numero maggiore di oggetti rocciosi vicini alla stella. Ora si tratta di cercare un sistema binario nelle vicinanze del Sole che possa dar ragione della traiettoria di Oumuamua: sarebbe davvero entusiasmante scoprire il luogo di provenienza dell'asteroide alieno.

25 marzo 2018 Luigi Bignami
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