Spazio

Hayabusa 2 e l'asteroide Ryugu

La sonda giapponese Hayabusa 2 resterà nell'orbita di Ryugu per un anno e mezzo, poi atterrerà sull'asteroide, preleverà dei campioni e tornerà sulla Terra.

Dopo 3 anni e mezzo di viaggio la sonda giapponese Hayabusa 2 è giunta a destinazione. I suoi obiettivi: studiare la composizione dell'asteroide Ryugu, prelevarne un campione e portarlo sulla Terra.

L'asteroide Ryugu in una foto scattata ieri dalla sonda.
L'asteroide Ryugu in una foto scattata ieri dalla sonda. Somiglia ad gigantesco un dado, ma il suo diametro non arriva a 900 metri. © JAXA, University of Tokyo and collaborators

Prepararsi all'abbordaggio. In orbita a 20 km dall'asteroide, la sonda ha cominciato a mappare la superficie del piccolo mondo. Questi dati serviranno quando, fra pochi mesi, scenderà ad un'altezza di appena 60 metri e lascerà cadere dei mini-robot. Questi piccoli rover, dopo la lenta caduta dovuta alla bassa gravità, andranno a esplorare la superficie di Ryugu, e non saranno da soli.

Detective di asteroidi. Sull'asteroide sarà calato anche Mascot, un robot per forma e dimensioni simile a una scatola da scarpe. Contiene diversi strumenti scientifici, ed ha un curioso sistema di locomozione: potrà infatti spostarsi solo rotolando, grazie ad un sistema interno di pesi rotanti. Sarà alimentato da una batteria con 16 ore di autonomia per raccogliere più dati possibili scattando foto del suolo e studiandone la composizione chimica. Inoltre, analizzerà la temperatura e il campo magnetico dell'asteroide.

Bang! Ma non è finita, perché Hayabusa 2 ha un altro asso nella manica: un proiettile di rame purissimo che impatterà contro l'asteroide. Il proiettile aprirà un piccolo cratere, rivelando così il sottosuolo di Ryugu. A differenza della superficie, questa parte dell'asteroide non è stata contaminata dalle radiazioni cosmiche ed è quindi più affidabile per gli studi geologici.

3 dicembre 2014: la sonda Hayabusa 2 comincia il suo viaggio dal centro spaziale di Tanegashima, a bordo di un razzo H2A.

Mordi e fuggi. Dopo aver sparato il proiettile, la sonda dovrà raggiungere il mini-cratere, posarsi sul suolo e prelevarne un campione. Una manovra complicatissima, che la Jaxa (l'Agenzia spaziale giapponese) azzarderà solo a metà del 2019, cioè dopo che la sonda avrà esaurito tutti i suoi compiti attorno all'asteroide. Se tutto andrà bene, dopo la manovra al suolo Hayabusa 2 comincerà il viaggio di ritorno verso la Terra.

Le origini della vita. Si crede che su Ryugu vi sia acqua e materia organica. Sia confermando, sia smentendo questa ipotesi, la missione giapponese fornirà probabilmente informazioni importanti per la ricerca sull'origine della vita. Gli scienziati sperano infatti che, dentro questo antico e piccolo mondo, ci siano gli elementi che componevano il neonato Sistema Solare.

La minaccia degli asteroidi. Il randevouz di Hayabusa con Ryugu avviene a ridosso dell'Asteroid Day (30 giugno), che si tiene ogni anno per ricordare l'evento di Tunguska. Conoscere la composizione e le proprietà degli asteroidi è fondamentale anche per difenderci da un eventuale asteroide in rotta di collisione con la Terra.

Vedere per credere. Qui sotto: una simulazione del robot Mascot e del proiettile in un video realizzato dal DLR, il centro di ricerca che si occuperà di analizzare i dati raccolti dalla missione, con la spiegazione in italiano a cura di Media Inaf (l'articolo prosegue dopo il video).

Il falco subacqueo. Hayabusa è la parola giapponese per falco pellegrino, l'animale più veloce al mondo. Invece l'asteroide, Ryugu, è stato chiamato come il mitico palazzo sommerso del folklore giapponese. Nel mito, un pescatore riesce ad arrivare al palazzo incantato e a riportare a casa uno scrigno misterioso... Speriamo che anche il falco sia così fortunato.

29 giugno 2018 Davide Lizzani
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