Ascensore per la Luna Raggiungere lo spazio con l’ascensore, potrebbe un giorno non appartenere più solo alla fantasia degli scrittori. Per il momento però, nessuno è riuscito a costruire un impianto di ascensione realmente funzionante. E i soldi messi in palio per la competizione, per quest’anno, sono rimasti nelle casse della Nasa. |
Alcuni si sono attorcigliati a causa del forte vento, altri si sono staccati andando a perdersi chissà dove. E nessun ascensore spaziale ha vinto il premio in palio. © Elevator 2010 Project - The Spaceward Foundation |
Razzi e ascensori
Le categorie, in cui i team di ingegneri di tutto il mondo, potevano gareggiare erano due: una riguardava i razzi capaci di alzarsi in volo e di atterrare su un territorio molto accidentato, che simulava il terreno della Luna; l’altra gli ascensori per lo spazio. Ossia un impianto capace di far salire in orbita una cabina, facendola scorrere su un filo sottile, che un giorno dovrebbe essere legato a un satellite geostazionario.
Difficili condizioni
Per poter partecipare gli impianti non dovevano pesare più di due grammi, il filo essere lungo almeno due metri e garantire una discesa e una salita veloci, ma sicure.
Seppur costruiti con materiali avanzati, la maggior parte degli elevatori, che un giorno potrebbero portare gli astronauti nello spazio, si sono arenati per colpa di un forte vento, che ha soffiato il primo giorno della gara.
Discesa non libera
Ma anche per i veicoli che sono riusciti a superare le intemperie, non è andata meglio, troppo poco efficienti o troppo lenti. L’unico elevatore che è riuscito a raggiungere i 60 metri d’altezza alla velocità richiesta –percorrere un metro al secondo – è stato quello del team canadese, che si è però bloccato nella discesa. Facendo sfumare le speranze dei ricercatori dell’università di Saskatchewan, di poter mettere le mani sul prezioso premio.
L’Armadillo non ce l’ha fatta
Nemmeno il fittizio sbarco sulla Luna è riuscito e l’unico razzo partecipante – poiché gli altri si sono bloccati prima dell’inizio della gara – si è schiantato proprio sul più bello. Il Pixel della texana Armadillo Aerospace, a missione compiuta, dopo il lancio, il volo e l’atterraggio, non è sopravvissuto al terreno accidentato della finta Luna.
(Notizia aggiornata al 24 ottobre 2006)