A bordo del razzo SLS (Space Launch System), già pronto sulla rampa di lancio 39B di Cape Canaveral, in attesa di essere lanciato il prossimo 29 agosto per la missione Artemis I, viaggeranno (anche) 10 piccoli satelliti (Cubesat), tra cui l'IceCube che studierà il ghiaccio lunare. Un altro di essi, una volta rilasciato dal razzo, avrà il compito di raggiungere un asteroide, nell'ambito della missione Scout Near-Earth Asteroid (NEA Scout) messa a punto dal Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville in Alabama e dal Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena in California.
Una spinta piccola, ma... La particolarità di questa missione è che questo mini satellite sarà spinto da un "vela solare". Le vele solari sono sistemi che ricavano la propulsione nello spazio attraverso i fotoni emessi dal Sole. Queste particelle non possiedono massa eppure quando colpiscono un corpo possono fornirgli una piccola spinta.
Anche ciascuno di noi viene "spinto" dai fotoni ogni qualvolta ci esponiamo alla luce del Sole, ma parliamo di forze estremamente piccole, impercettibili al nostro corpo.
Nello spazio le cose vanno in modo diverso. Le leggi della fisica affermano che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, quindi, quando i fotoni del Sole rimbalzano su un'astronave, e nel caso specifico su una vela, questa viene spinta leggermente nella direzione opposta.
Un singolo fotone, ovviamente, produce una spinta trascurabile, ma una grande quantità di fotoni può fornire una spinta significativa. Non è la prima volta che vele solari vengono dispiegate nello spazio e ogni volta i risultati sono stati incoraggianti.
A basso costo. «L'idea di questo progetto», spiega Les Johnson, responsabile della tecnologia di bordo della missione, «partiva da una domanda: è possibile usare un minuscolo veicolo spaziale per realizzare missioni nello spazio profondo e avere come ritorno dati scientifici di alto livello a basso costo? Era una sfida enorme che abbiamo raccolto e che stiamo realizzando».
Il cubesat si dirigerà verso l'asteroide 2020 GE, un piccolo oggetto di 18 metri di diametro che ruota attorno al Sole una volta ogni 368 giorni. Per raggiungere l'asteroide la sonda verrà dapprima indirizzata verso la Luna, dalla quale riceverà una spinta gravitazionale che ne aumenterà la velocità.
All'arrivo. Quindi sarà la vela, che misura 86 metri quadrati, a fare il resto del lavoro: una volta che NEA Scout sarà arrivato all'asteroide, nel 2023, il veicolo spaziale utilizzerà le telecamere di bordo per fotografare nei dettagli la roccia spaziale.
Sarà così possibile studiarne forma, rotazione, campo di detriti e caratteristiche della superficie.
Sarà la prima volta che gli scienziati studieranno da vicino un oggetto del sistema solare con dimensioni inferiori ai 100 metri e questo, ha fatto sapere la NASA in un suo comunicato, aiuterà a colmare le lacune nella conoscenza degli asteroidi vicini alla Terra (NEA).