Apprendiamo dall'Inaf che il telescopio spaziale Ariel (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey) studierà le atmosfere dei pianeti in orbita attorno a stelle distanti. Questa la decisione dello Space Programme Committee dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).
Censimento planetario. Ariel verrà lanciata nel 2028 e nell'arco di quattro anni osserverà oltre 1.000 esopianeti, realizzando un vero e proprio censimento della composizione chimica delle loro atmosfere. Questo permetterà di comprendere meglio la formazione e l'evoluzione dei pianeti, e forse potrà confermarci l'esistenza di sistemi planetari simili al nostro.
La missione Ariel è stata sviluppata da un consorzio di oltre cinquanta Istituti di quindici nazioni europee: Italia, Gran Bretagna, Francia, Polonia, Spagna, Olanda, Belgio, Austria, Danimarca, Irlanda, Germania, Ungheria, Portogallo, Repubblica Ceca e Svezia. La coordinatrice della missione è Giovanna Tinetti, dell'University College di Londra.
Calde speranze. La missione Ariel osserverà pianeti più grandi del nostro, dalle super-terre ai giganti gassosi. I pianeti studiati avranno principalmente temperature comprese tra 300 e 2000 gradi, e sono per la maggior parte già classificati come non abitabili. La scelta di studiare corpi celesti così caldi è dovuta al fatto che, a quelle temperature, le loro atmosfere dovrebbero essere ben miscelate: questo consentirà ad Ariel di rilevare, ai bordi dell'atmosfera, tutti gli elementi chimici del pianeta, compresi quelli più pesanti che altrimenti sarebbero nascosti in strati più bassi, come nel caso di Giove e Nettuno.
Ariel raccoglierà la luce visibile e infrarossa grazie a uno specchio ovale di circa un metro, realizzato in Italia con una tecnica innovativa. La luce raccolta sarà scomposta dal sistema ottico e analizzata dai sensori di bordo, in modo da identificare gli elementi chimici presenti nelle atmosfere degli esopianeti. Questo grazie all'analisi della luce proveniente dalla stella prima, durante e dopo il transito.
Ariel sarà lanciato dalla base Esa di Kourou, nella Guyana francese, con un razzo Ariane 6, e messo in orbita al punto di Lagrange 2, un punto di equilibrio gravitazionale a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, dove il veicolo spaziale è al riparo dal Sole e ha una visione chiara di tutto il cielo. Da quella posizione sarà possibile osservare e studiare al meglio i pianeti extrasolari già scoperti da altre missioni e strumenti.
A cura di Media Inaf