Tre mondi oceanici orbitano attorno a Saturno: dopo i mari di idrocarburi di Titano e i geyser di Encelado, ora è la volta di Dione. I dati gravitari raccolti negli ultimi flyby di Cassini nel sistema planetario sono spiegabili ipotizzando che sotto una crosta ghiacciata spessa un centinaio di chilometri Dione nasconda un oceano profondo decine di chilometri, che circonda uno spesso nucleo roccioso.
Lo studio dell'Osservatorio Reale del Belgio è stato pubblicato su Geophysical Research Letters.
Habitat interessante. Dione oggi sembra "immobile", ma le fratture sulla sua crosta rivelano un passato tumultuoso. L'oceano interno sarebbe sopravvissuto per l'intera storia del satellite e potrebbe pertanto ospitare un'ipotetica vita microbica, soprattutto nella zona di contatto con il nucleo roccioso, dove l'interazione tra l'acqua e la roccia potrebbe creare condizioni particolarmente favorevoli alla vita.
Irraggiungibile. La localizzazione di questo mare rende impossibili eventuali esplorazioni, che sarebbero più facili nel caso di Encelado o della luna di Giove Europa, i geyser dei quali potrebbero essere attraversati da una sonda.
Barriera sottile. Lo studio belga rivela anche un particolare importante per lo studio di Encelado: l'oceano del satellite si troverebbe molto più vicino alla superficie del previsto, soprattutto nell'area del polo sud, dove la crosta ghiacciata sarebbe in alcuni punti spessa pochi chilometri e faciliterebbe l'uscita di acqua. Potrebbe essere questo il motivo per cui i geyser si trovano proprio lì.