I luoghi più freddi del Sistema Solare sembrano essere più vicini a noi di quanto si potesse pensare. Dati recentissimi della sonda della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) mostrano che alcuni crateri da impatto del polo sud del nostro satellite, il cui fondo si trova permanentemente in ombra, sono più freddi di Plutone e di altri oggetti che si trovano alla periferia del nostro sistema planetario.
In alcune parti di questi crateri il radiometro a bordo di LRO ha riscontrato una temperatura di -238 °C, si tratta del valore più basso finora misurato fra tutti gli oggetti conosciuti che appartengono al Sistema Solare. Si pensa che anche nelle parti interne dei crateri polari di Mercurio esistano temperature del genere. Nonostante sembri strano che oggetti così vicini al Sole abbiano zone a temperatura così basse, ciò non è inatteso se si tiene conto del fatto che si tratta di corpi planetari che non hanno un’atmosfera che possa generare un seppur debole effetto serra e che queste aree sul fondo di crateri da impatto non sono mai state illuminate dal Sole nel corso di miliardi di anni. L’unico calore che queste regioni ricevono è quello proveniente dall’interno e generato dal decadimento degli elementi radioattivi. Questo calore, in assenza di atmosfera, viene facilmente irradiato nello spazio dove la temperatura è di -263 °C.
L’immagine mostra le temperature (in gradi Kelvin) della regione polare meridionale della Luna durante il giorno lunare (sinistra) e la notte (destra) misurate dal radiometro 'Diviner' a bordo della sonda LRO. Le aree più fredde sono quelle in colore magenta.
L’esistenza di temperature così basse e l’osservazione da parte di LRO e del suo predecessore Lunar Prospector di emissioni di idrogeno dalle regioni polari rafforza l’ipotesi che sul fondo dei crateri, dove il buio è perenne, possano esistere depositi di ghiaccio che a temperature così estreme possono permanere per miliardi di anni.
Temperature così basse contrastano con quelle esistenti nelle regioni equatoriali della Luna illuminate dal Sole, dove possono raggiungere valori superiori ai 120 °C.
LRO fu lanciato lo scorso giugno insieme ad un’altra sonda, Lunar Crater Observation and Sensing Satellite (LCROSS). Quest’ultima il prossimo 9 ottobre verrà fatta impattare sul fondo di uno dei crateri sempre in ombra, denominato Cabeus A, e dall’analisi della nube di materiale che si solleverà a seguito della collisione si spera di poter riscontrare dei segni diretti della presenza di ghiaccio d’acqua.
La missione di LRO comunque continuerà per ancora almeno un anno e tra non molto la sonda si posizionerà in un’orbita ad un’altezza di soli 50 km dalla superficie lunare.