Le comete sono ancora in gran parte sconosciute e ricche di sorprese, ma quella arrivata dalla cometa Lovejoy, dal nome di chi l’ha scoperta, l’australiano Terry Lovejoy, è davvero strana e unica. Dal suo nucleo infatti, esce una grande quantità di alcol etilico, proprio quello presente nel vino e molte sostanze organiche, circa una ventina, tra cui anche uno zucchero, il glicolaldeide.
La scoperta è stata realizzata da Nicola Biver dell’Observatoire de Meudon, a Parigi, utilizzando il radiotelescopio da 30 metri di diametro che si trova sulla Sierra Nevada in Spagna. «Queste sostanze sono state portate alla luce lo scorso mese di gennaio quando la cometa C/2014 Q2 Lovejoy è passata vicino al Sole. Dal suo nucleo usciva alcol in quantità paragonabili a circa 500 bottiglie di vino» ha spiegato il ricercatore.
Ma ancora più sorprendente è la presenza dello zucchero, molto simile a quello che mettiamo nel caffè e questo porta ad un collegamento che sa di fantascienza. È noto infatti, che alcuni lieviti sanno trasformare gli zuccheri proprio in alcol. Che ci siano anche sulla cometa?
Tralasciando per un momento la fantascienza e tornando nel campo della Scienza, va detto che è davvero difficile che su una cometa possano esserci funghi in grado di realizzare tali trasformazioni, anche perché sia gli zuccheri che l’alcol possono essere prodotti anche in altri modi.
Le radiazioni presenti nello spazio, per esempio, possono far reagire molecole semplici ricche in carbonio e acqua in molecole più complesse, come gli zuccheri.
ALLA BASE DELLA VITA. Rimane tuttavia il fatto che il glicolaldeide è un elemento importante nella formazione dell’Rna, uno degli elementi base per la vita. E ancora una volta le comete si mostrano come possibili elementi che possono aver portato sulla Terra i mattoni della vita.
Tra l’altro va ricordato che alcuni anni or sono il medesimo zucchero venne scoperto attorno a una giovane stella, la Iras 16293-2422, e questo fece pensare come tali zuccheri, catturati dalle comete, potrebbero essere trasportati da un pianeta all’altro.