Spazio

Addio, MESSENGER: oggi lo schianto su Mercurio

Dopo un lungo congedo è arrivata l'ora del suicidio programmato della sonda, che alle 18:30 impatterà come un proiettile sulla superficie del pianeta. Lasciandogli in dono un cratere "ricordo".

Un finale col botto, è proprio il caso di dirlo: alle 18:30 ora italiana, la sonda della Nasa MESSENGER, ormai senza carburante, porrà fine a più di due lustri di carriera schiantandosi a grande velocità sulla superficie di Mercurio.

Cicatrice. L'impatto dell'orbiter, che pesa 513 chili ed è lungo circa 3 metri, avverrà a 14 mila chilometri orari (3,91 km/s) e dovrebbe creare un cratere di 16 metri di diametro vicino al polo nord del pianeta, in una zona nascosta agli osservatori terrestri.

La collisione sarà resa ancor più drammatica dall'assenza di atmosfera di Mercurio, che impedirà di frenare la caduta e di bruciare la sonda durante il rientro (così come accade per l'atmosfera terrestre). Per la stessa ragione il pianeta è raggiunto e colpito, ogni mese o due, da decine di meteoriti, che arrivano a 10 volte la velocità di MESSENGER.

Immagine della Terra a falsi colori catturata da MESSENGER durante un flyby, il 2 agosto 2005. © Nasa

Un lungo cammino. Terminerà così un'odissea di quasi 11 anni, sette dei quali trascorsi in un viaggio di 8 miliardi di chilometri in direzione del pianeta più vicino al Sole. Lanciata il 3 agosto 2004, MESSENGER (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging) ha agganciato l'orbita di Mercurio il 18 marzo 2011, dopo 15 viaggi intorno al Sole e diversi flyby della Terra, di Venere e di Mercurio stesso.

La missione, che inizialmente doveva durare soltanto un anno, è stata estesa due volte e ha permesso di mappare con un dettaglio mai raggiunto prima la superficie del pianeta, osservato in passato soltanto dalla sonda Mariner 10 negli anni '70.

La superficie di Mercurio mappata dal Mercury Atmosphere and Surface Composition Spectrometer (MASCS), uno strumento della sonda MESSENGER. I vari colori indicano le diverse composizioni fisiche e mineralogiche delle rocce, così come la loro età geologica o la presenza di crateri. L'immagine è stata rilasciata dalla Nasa proprio per la fine della missione. © NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

eredità scientifica. Con 3 mila orbite intorno a Mercurio e 270 mila immagini della sua superficie, la sonda ha rivoluzionato le precedenti conoscenze del pianeta: ha scoperto depositi di ghiaccio d'acqua nei crateri polari non raggiunti dal Sole, mappato vasti depositi di materiale vulcanico, documentato il campo magnetico decentrato del pianeta e il restringimento di 7 chilometri del suo raggio.

l'ultimo volo. Oggi, dopo un sorvolo radente a 300-600 metri di quota, a 10 volte la velocità di un jet supersonico, MESSENGER finirà al suolo in una zona relativamente piana di Mercurio, portanto con sé circa un migliaio delle ultime immagini ravvicinate prima dell'impatto, impossibili da recuperare.

La prossima missione intorno a Mercurio sarà la BepiColombo, dell'Agenzia Spaziale Europea, con un lancio previsto nel 2017. Ma i dati raccolti da MESSENGER daranno materiale di studio ancora per molti anni.

30 aprile 2015 Elisabetta Intini
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