Spazio

Acqua liquida sotto la crosta ghiacciata di Enceladus?

Nei recenti “tuffi” effettuati dalla sonda Cassini nei getti di vapore e particelle ghiacciate che vengono emessi dai profondi e lunghi crepacci che...

Nei recenti “tuffi” effettuati dalla sonda Cassini nei getti di vapore e particelle ghiacciate che vengono emessi dai profondi e lunghi crepacci che caratterizzano il polo meridionale della luna di Saturno, Enceladus, il Cassini Plasma Spectrometer (CAPS) ha rilevato una inattesa popolazione di molecole elettricamente cariche e di polveri che rafforzano l’ipotesi della presenza di acqua liquida all'interno di questo satellite ghiacciato, con la possibilità che possano esservi presenti anche gli ingredienti basilari per lo sviluppo di una qualche attività biologica. Lo spettrometro CAPS, originariamente destinato allo studio delle particelle accelerate dall’intenso campo magnetico di Saturno, misura la densità, la velocità e la temperatura degli ioni e degli elettroni che entrano nello strumento. Ma dalla scoperta dei geyser di Enceladus, CAPS ha anche catturato e analizzato con successo campioni del materiale che forma i getti.

All’inizio della sua lunga missione, la Cassini scoprì gli enormi getti che caratterizzano questa luna saturniana e sin da allora si è visto che il materiale ghiacciato che viene continuamente eruttato domina l’ambiente magnetico del pianeta e va a formare il grande anello E.

Immagine ripresa dalla sonda ‘Cassini’ (in alto a destra) di uno degli enormi getti di vapore e particelle ghiacciate che vengono emessi da profonde e lunghe fenditure della superficie di Enceladus presenti in prossimità del suo polo meridionale. Gli istogrammi(in basso) indicano le abbondanze relative dei composti che formano i getti (l’unità di misura definita ‘Dalton’ corrisponde alla dodicesima parte della massa di un atomo di carbonio-12 (12C).

Adesso, in un articolo di recente pubblicazione, un gruppo di scienziati planetari che analizza i dati raccolti dalla sonda ha annunciato che nei getti di Enceladus sono presenti ioni caricati negativamente, molti dei quali sono originati da molecole di acqua, ma anche da alcuni idrocarburi complessi. Questa scoperta è basata sulle analisi dei dati presi durante il flyby del satellite effettuato da Cassini il 12 marzo 2008. Enceladus si aggiunge quindi alla Terra, a Titano ed alle comete, dove particelle di questo tipo sono già state individuate. Ioni di ossigeno caricati negativamente sono stati scoperti nella ionosfera del nostro pianeta all'inizio dell'era spaziale, mentre sulla superficie ioni negativi di acqua sono presenti dove questa è in movimento, come nelle cascate o nelle onde dell'oceano che si infrangono su una spiaggia o su una scogliera.
Mentre non rappresenta una sorpresa la presenza di molecole d’acqua, questi ioni dalla vita media breve rappresentano una chiara evidenza dell’esistenza di acqua allo stato liquido al di sotto della crosta ghiacciata del satellite. E dove c’è acqua, carbonio ed energia, è molto probabile che siano presenti gli ingredienti fondamentali necessari allo sviluppo della vita.

Negli strati più esterni dell’atmosfera di Titano, che con i suoi 5.150 km di diametro è il più grande dei satelliti di Saturno, lo stesso strumento ha rilevato ioni negativi estremamente grandi di idrocarburi, con masse fino a 13.800 volte quella dell’idrogeno. Il più complesso di questi è quello del nitrile, osservato alle quote più basse a cui la Cassini ha sorvolato il satellite gigante (950 km). E’ probabile che questi ioni di grande massa siano all’origine dello smog opaco che impedisce di vedere la superficie di Titano alle lunghezze d’onda visibili, e possono anche essere uno dei principali componenti della miscela di composti organici, denominata " tolina" dal compianto Carl Sagan, quando riuscì a produrre in laboratorio un composto rossastro di prodotti chimici prebiotici dalla sintesi dei gas che sono i principali componenti dell’atmosfera di Titano.

9 febbraio 2010 Mario Di Martino
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