Riprende la stagione delle vendite al Kennedy Space Center. La Nasa ha appena messo sul mercato tre delle sue piattaforme mobili, costruite nel 1967 e utilizzate per le missioni Apollo e per il programma Space Shuttle dal 1981 al 2011, in particolare per il trasporto su cingoli dei veicoli spaziali dagli hangar di produzione alle rampe di lancio. L’agenzia spaziale sta cercando acquirenti privati in grado di riutilizzare le strutture, per evitare di doverle smantellare e venderle come materiale da riciclo.
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I giganti di Internet in corsa
La scadenza del bando è fissata al 6 settembre, ma non si tratta degli unici equipaggiamenti di cui la Nasa vuole disfarsi. Anche una delle piste del Kennedy Center è già stata ceduta all’agenzia statale Space Florida, che la renderà accessibile a progetti commerciali come il Lynx di Xcor, un aereo suborbitale civile i cui test di lancio cominceranno nel 2014, o alla Stratolaunch Systems, una compagnia spaziale creata da Paul Allen, co-fondatore di Microsoft. Altre compravendite sono già sul tavolo e, come ormai spesso accade, sono i giganti di internet a farsi avanti per primi. Come nel caso della rampa di lancio 39A, contesa dai miliardari Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e Elon Musk, co-fondatore di Paypal e amministratore delegato di Space X e Tesla Motors.
Musk in particolare vuole utilizzare la rampa 39A per il lancio del suo Falcon 9, mentre la Blue Origin di Bezos vorrebbe trasformarla in una struttura accessibile a più utenti.
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Cosa resterà
Dopo tutte queste cessioni ci si chiede cosa resterà a Cape Canaveral per l’agenzia spaziale statunitense. Niente paura, perché Nasa ha dichiarato che manterrà la rampa di lancio 39B e diversi hangar che saranno dedicati nei prossimi anni al programma Orion, che sostituirà lo Space Shuttle.
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