Il più assiduo esploratore di mondi alieni è stato azzoppato da un problema tecnico. Il telescopio spaziale Kepler è entrato in modalità provvisoria, un congelamento automatico di tutte le operazioni scientifiche causato, probabilmente, dalla rottura di una delle quattro ruote di reazione che controllano il suo assetto.
Due delle quattro ruote sono danneggiate (un'altra si è guastata lo scorso luglio). Perché la sonda funzioni correttamente ne occorrono almeno tre funzionanti: queste ruote mantengono il telescopio orientato nello Spazio, e la precisione di puntamento è tutto, quando si tratta di localizzare eventuali esopianeti.
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Da quando è stata lanciata nel 2009 la sonda, costata 600 milioni di dollari (oltre 465 milioni di euro) ha individuato 132 esopianeti fuori dal Sistema Solare e altri 2700 papabili candidati, alcuni dei quali - gli ultimi due identificati appena un mese fa - potenzialmente abitabili.
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Ma il primo guasto dello scorso luglio ha reso gli scienziati della Nasa consapevoli delle possibili diffocoltà future della missione. Martedì 14 maggio la notizia del telescopio entrato in "safe mode": con anche la seconda ruota fuori uso, si legge nel comunicato della Nasa, è improbabile che il telescopio possa raggiungere il livello di precisione richiesto per le sue analisi fotometriche ad alta precisione.
Prima del guasto, Kepler stava osservando 150 mila stelle nella costellazione del Cigno in cerca di cambiamenti di luminosità causati dal transito di un pianeta davanti ad esse. Per farlo, ha bisogno di puntare con precisione i suoi rilevatori di luce su una stessa stella per mesi, e con un assetto traballante è poco probabile che ce la faccia.
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In attesa di pronunciarsi sul da farsi (Kepler non si trova infatti a portata di missioni spaziali per essere riparato), la Nasa cercherà di mettere il telescopio in "modalità di riposo" per ridurre al minimo gli sprechi di carburante e farlo sopravvivere ancora per anni. La sonda ha comunque egregiamente completato i tre anni e mezzo previsti per la missione iniziale a novembre, e ci troviamo ora in una fase di estensione della sua attività.
I suoi eredi saranno pronti fra qualche anno: nel 2017 dovrebbero essere lanciati il Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della Nasa e il Characterizing Exoplanets Satellite (CHEOPS) dell'Agenzia Spaziale Europea, con lo scopo di cercare tracce di vita su mondi simili al nostro.
Se cerchi gli alieni, guarda verso la luce. O al limite cerca qualcosa di simile a un robot