Immagine satellitare (Landsat) del supposto cratere doppio da impatto Arkenu (circa 10 e 7 km di diametro, rispettivamente) che la spedizione “Craters 2007” visiterà nelle prossime settimane.
Se la Terra non fosse ricoperta per circa 2/3 dagli oceani, non avesse un’atmosfera e la sua crosta non fosse soggetta ai moti tettonici che si manifestano con la deriva dei continenti, la sua superficie sarebbe saturata di crateri da impatto come quella della Luna. Sulle terre emerse del nostro pianeta si conoscono finora più di 170 crateri da impatto, molti dei quali fortemente erosi dagli agenti atmosferici e nascosti dai processi di sedimentazione. Ma il loro numero è sicuramente maggiore.
Ebbene, ciò che mi accingo a fare è una spedizione scientifica nel deserto libico alla ricerca di queste strutture, che una volta identificate nelle immagini satellitari vanno studiate in loco per stabilire se sono state causate dall’impatto di un corpo cosmico oppure sono di altra origine (per esempio vulcanica). Le rocce che subiscono le tremende pressioni e temperature provocate da oggetti che hanno colpito la superficie terrestre a velocità dell’ordine delle decine di km/s mostrano chiari i segni di questi eventi. Solo analizzando le rocce dei supposti crateri da impatto è infatti possibile stabilire la loro vera natura.
Arrivederci alla fine del mese.