In un mese di esplorazioni il robot Zoë trova tracce di vita nel deserto di Atacama, dove il suolo è molto simili a quello di Marte. Forse un giorno lo stesso sistema potrebbe essere utlizzato sul pianeta rosso.
Zoë il rover-robot che ha esplorato il deserto di Atacama, non ha trovato così tanta vita. Non c'erano auto e prati verdi, ma solo batteri e licheni. Chissà che un giorno non sia possibile trovare qualcosa di simile anche su Marte. Nella foto Zoe era in fase di test in un parco. Credit: Carnegie Mellon University |
Se c'è vita nel deserto più deserto della Terra, potrebbe esserci anche su Marte? Chissà... Siamo sempre nel campo delle ipotesi. Ma ora potrebbe essere più facile scoprirlo, grazie a un robot progettato all'università Carnegie Mellon di Pittsburgh.
Zoë, così si chiama il rover-robot, è stato portato in missione speciale nel deserto di Atacama nel nord del Cile, dove le condizioni del suolo sono molto simili a quelle che si possono trovare su Marte. Qui è riuscito a individuare, in totale autonomia, delle forme di vita. E precisamente alcune colonie di batteri e licheni in due differenti zone del deserto. «Il nostro sistema di riconoscimento della vita nel deserto ha lavorato molto bene - afferma Alan Waggoner che ha partecipato alla ricerca - e qualcosa di simile potrebbe consentire ai futuri robot di cercare la vita su Marte».
Trovato l'ago nel pagliaio. Cercare una qualche forma di vita nel deserto di Atacama, considerato il luogo sulla Terra meno adatto per lo sviluppo di organismi viventi, è un po' come cercare un ago nel pagliaio. Ma Zoë ce l'ha fatta, grazie a telecamere e sensori per l'esplorazione del terreno e a un nuovo sistema per il rilevamento di eventuali forme di vita. Il sistema si basa su delle vernici speciali che spruzzate sul terreno si illuminano nel momento in cui si legano con alcuni agenti chimici come gli acidi nucleici che si trovano nel DNA, o gli aminoacidi delle proteine. Mentre una videocamera fissata nella parte inferiore del rover riprende tutto.
Atacama come Marte? Questo, secondo gli esperti, è un metodo di analisi che potrebbe risultare molto efficiente su Marte, perché può essere utilizzato anche con la luce del giorno - mentre altri sistemi di rilevamento sono compromessi dai raggi solari - e senza dover prelevare grandi quantità di suolo per le analisi.