I colori dell'asteroide Ryugu rivelano un evento inatteso della sua storia: per un breve periodo di tempo, in passato, si sarebbe avvicinato al Sole, prima di orbitare fra la Terra e Marte, dove si trova oggi. L'hanno scoperto gli scienziati della missione giapponese "Hayabusa 2", una sonda che fra il 2018 e il 2019 si è avvicinata a Ruygu per fotografarlo e prelevare campioni.
Le foto scattate dalla sonda (una missione da 134 milioni di euro) avevano mostrato che l'asteroide aveva una colorazione insolita: blu lungo l'equatore e ai poli, rosso nelle regioni a media latitudine. Ryugu è un masso a forma di diamante, del diametro di 870 metri, composto di carbonio e idrati minerali. Di solito, gli asteroidi carbonacei sono scuri: la colorazione rossastra può essere dovuta o ad eventi come l'impatto con altri asteroidi, oppure a un intenso riscaldamento solare.
Analisi spettrografiche. Gli scienziati sono riusciti a sciogliere il mistero grazie alle foto scattate da Hayabusa 2 quando, a febbraio 2019, è atterrata sul suolo di Ryugu per pochi istanti. Durante quella manovra, la sonda ha scattato immagini della superficie ad alta risoluzione: lo strato rosso era superficiale, dato che sotto di esso era visibile quello blu.
Grazie all'analisi delle foto i ricercatori hanno ricostruito su "Science" la storia di Ryugu: si è formato agli albori di ciò che sarebbe diventato il Sistema Solare, nella regione che chiamiamo fascia degli asteroidi, tra Marte e Giove, e fra 300.000 e 8-9 milioni di anni fa si sarebbe avvicinato al Sole, per poi stabilirsi nell'orbita fra la Terra e Marte. Lo studio dei campioni prelevati su Ryugu aiuterà a restringere la data dell'avvicinamento al Sole.
La storia della sonda Hayabusa2 - che in giapponese significa falco pellegrino - è notevole. Lanciata da Terra il 3 dicembre del 2014, ha raggiunto il suo obiettivo, l'asteroide 162173 Ryugu, il 27 giugno del 2018. Dopo mesi di osservazioni in orbita, la sonda ha liberato una carica esplosiva contro il bersaglio, per crearvi un cratere in cui poi è scesa due volte per raccogliere campioni del suolo: la prima volta il 21 febbraio 2019, la seconda l'11 luglio dello stesso anno. In questi due tuffi la sonda ha raccolto anche campioni dalla parte più interna di Ryugu.
Ora la sonda è sulla via del ritorno verso Terra, con il suo prezioso carico. In base ai piani di missione, la sonda dovrebbe scaricare sulla Terra la capsula contenente i campioni da qualche parte, nel deserto del Sud dell'Australia. Dovrebbe ritornare nell'orbita terrestre tra la fine 2020 e inizio 2021). A quel punto potrebbe imbarcarsi nel viaggio verso un altro asteroide, ma non c'è ancora nessun progetto concreto sul prossimo obiettivo.
L'asteroide Ryugu è un relitto della nascita del Sistema Solare, 4,6 miliardi di anni fa. La sua superficie è stata sterilizzata da milioni di anni di esposizione ai raggi cosmici, ma gli strati più profondi di roccia, raggiunti grazie alla perforazione, potrebbero racchiudere informazioni importanti sulla composizione originaria del nostro sistema planetario.