Dopo numerosi rinvii per questioni di meteo (e per problemi ai motori), la sera del 9 dicembre 2020, quando in Italia erano le 23:45, si è alzato dalla rampa di lancio di Boca Chica l'ultimo prototipo della SpaceX Starship, la nave spaziale con la quale Elon Musk vuole portare l'uomo sulla Luna e su Marte. Quattro erano gli elementi fondamentali di questa prova: l'uso dei motori Raptor, portato a termine nel migliore dei modi; le quattro ali laterali per far planare l'astronave durante il rientro in atmosfera, che Elon Musk, in un suo tweet, ha detto che hanno funzionato alla perfezione; i serbatoi - in particolare i due piccoli, gli Header Tank (serbatoi di testa), che alimentano i motori durante la fase di discesa e che perciò hanno un volume inferiore rispetto ai due principali; l'atterraggio, usando ancora i motori Raptor. Qui sotto, il video del test.
L'atterraggio è l'unica fase fallita: nonostante i motori si siano accesi come da manuale, appena toccata terra la Starship SN8 è esplosa. Nei giorni scorsi Musk aveva affermato che il test aveva solo il 30 per cento di probabilità di riuscire, e quindi l'aver centrato tre obiettivi su quattro è comunque un grande successo.
Stando alle dichiarazioni di Musk, l'esplosione sembra sia da attribuire all'arrivo troppo veloce, a sua volta dovuto alla mancata potenza dei motori. È possibile che ciò sia dipeso dal fatto che i due serbatoi piccoli sono posizionati troppo distanti dai motori (gli Header Tank sono in cima al razzo), e sembra che questo abbia fatto mancare potenza ai Raptor durante la discesa. A differenza del razzo Falcon 9, che lancia la navicella Dragon verso la Stazione spaziale con motori alimentati a kerosene e ossigeno liquido che funzionano alla perfezione, i più potenti Raptor sono invece alimentati a metano e ossigeno.
Dopo la partenza, la Starship SN8 ha spento in successione i tre motori a diverse altezze, come da programma, e dopo aver raggiunto la massima quota di ascesa (non ancora dichiarata), ha iniziato la discesa posizionandosi prima in assetto planare, parallelo al suolo, grazie alle quattro ali. Quindi di nuovo l'accensione dei motori, il ritorno in posizione verticale e l'atterraggio. Durante la fase di discesa sono state provate anche le mattonelle del rivestimento che serve a dissipare il calore durante il rientro nell'atmosfera.
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