Spazio

5 cose su Mercurio scoperte dalla sonda Messenger

Sta per terminare la missione della sonda Nasa Messenger che negli ultimi 4 anni ha raccolto oltre 10 terabyte di dati sul pianeta più piccolo del Sistema Solare.

Arrivederci Mercurio. La sonda della Nasa Messenger (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging), entrata nell'orbita del pianeta più vicino al Sole il 18 marzo 2011, sta per concludere il suo lungo viaggio, iniziato nel 2004 con il lancio dallo Kennedy Space Center di Cape Canaveral.

In realtà la missione sarebbe dovuta terminare a marzo, a seguito dell'esaurimento del carburante dei razzi di spinta; tuttavia gli ingegneri sono riusciti a spremere le risorse disponibili di propellente, prolungando la corsa di Messenger per qualche settimana in più, fino alla metà di aprile.

NUOVE SCOPERTE IN ARRIVO. Nelle settimane rimanenti verranno effettuate delle ulteriori misurazioni da una distanza di circa 15 chilometri dalla superficie del pianeta, più vicino di quanto si fosse mai fatto prima. Dopodiché la sonda potrà godere il meritato riposo, andandosi a schiantare sul suolo di Mercurio. Nei quattro anni di orbita ermeocentrica (da Ermes, variante greca del dio Mercurio), Messenger ha raccolto più di 10 terabyte di dati, la maggior parte dei quali aspettano ancora di essere analizzati dagli scienziati. Secondo Sean Solomon, responsabile scientifico del progetto, la missione «ha riscritto l'intero libro di testo su Mercurio», fornendo informazioni utili a comprendere «la nascita e l'evoluzione del Sistema Solare». Ma cosa ci ha rivelato esattamente la sonda fino a questo momento?

1. CALDO, MA CON GIACCIO. Fin dai primi anni '90, alcune evidenze sperimentali avevano suggerito che su Mercurio ci potesse essere dell'acqua allo stato solido. Messenger ha confermato l'ipotesi prima in via indiretta grazie alle misurazioni di riflettività effettuate con l'altimetro laser MLA (Mercury Laser Altimeter) e i dati raccolti sullo strumento GRNS (Gamma-Ray and Neutron Spectrometer) e poi con delle immagini dirette, che hanno dimostrato l'effettiva presenza di ghiaccio all'interno del cratere Kandinsky.

2. TEMPERATURE RECORD? Gli scienziati ritenevano che in passato su Mercurio si fossero toccate temperature superiori ai 9.500 °C, a causa di un impatto con un asteroide. Messenger ha smentito questa teoria, rilevando sulla superficie del pianeta la presenza di metalli che si sarebbero vaporizzati a temperature così elevate. Se ci sono è perché temperature così alte non si sono mai verificate e, per avere un metro di paragone, oggi la temperatura massima su Mercurio è stimata sui 427 °C.

3. VULCANI: Sì O NO. La sonda ha fornito immagini di pianure la cui origine, si pensava, doveva essere ricercata in qualche fenomeno eruttivo o in un impatto con un corpo celeste. I dati più recenti hanno fugato i dubbi, mostrando con buona certezza che la superficie del pianeta è in buona parte ricoperta da materiale vulcanico.

4. CAMPO MAGNETICO. Le osservazioni di Mariner 10, la prima sonda spaziale che ha scrutato da vicino Mercurio a metà degli anni '70, hanno rivelato che il pianeta possiede un campo magnetico dipolare, esattamente come la Terra (sebbene la sua intensità sia pari all'1% del campo terrestre). Messenger ha mostrato poi che, inaspettatamente, questo campo magnetico non è centrato nel nucleo del pianeta, ma ha il fulcro spostato verso il polo nord. Per gli scienziati è tuttora un enigma affascinante, le cui cause restano ancora da capire.

5. MACCHIE MISTERIOSE. La sonda ha rivelato la presenza di strane macchie luminose sulla superficie del pianeta. Sono piatte e apparentemente "vuote", e la loro natura è tutta da definire. L'ipotesi più plausibile afferma che sono il risultato del materiale volatile che da Mercurio si disperde nello spazio, forse sospinto dal flusso di particelle del vento solare.

3 marzo 2015 Davide Decaroli
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