Ultime ore di campagna elettorale per Vladimir Putin, se mai ne aveva bisogno: in Russia si vota domenica 18 marzo per scegliere il nuovo presidente. Non sappiamo se lì c'è qualcosa di analogo al nostro "silenzio elettorale", probabilmente no, o forse è da interpretare: sta di fatto che qualche giorno fa Putin, parlando ai suoi generali e al mondo intero, faceva sfoggio del nuovo super missile nucleare, mentre appena ieri, nel corso di una lunga video intervista (che è uno spettacolo da vedere almeno un poco, anche se è in russo) ha raccontato i piani spaziali della Federazione, che riprenderanno vigore con una sonda verso Marte nel 2019.
Basta fare il taxi! Senza nulla togliere all'astronautica russa, l'attuale ruolo di Roscosmos, l'Agenzia spaziale russa, è principalmente quello di "vettore spaziale" verso la Stazione spaziale internazionale. L'anno prossimo, però, la Russia lancerà una sonda verso Marte: «Stiamo pianificando lanci senza equipaggio verso lo spazio profondo in un quadro che prevede l'esplorazione della Luna e di Marte», afferma il presidente: «la prima missione sarà su Marte nel 2019. Faremo anche atterrare una sonda in una regione polare sulla Luna, perché c'è motivo di credere che in quelle aree del nostro satellite ci sia ghiaccio d'acqua, e a partire da questo potrà iniziare la nostra esplorazione dello spazio profondo».
Luna Rossa. Putin non fornisce "veri" dettagli delle missioni. Per quanto riguarda la Luna, è da tempo che si parla della sonda Luna-25: doveva partire nel 2016, poi nel 2018 e, adesso, si dice ufficialmente "2019". I dirigenti della società aerospaziale privata NPO confermano anche lo sviluppo di Luna-26 (una sonda da posizionare in orbita lunare nel 2021) e di Luna-27, vera e propria stazione lunare robotizzata da lanciare nel 2022.
La destinazione di Luna-25 potrebbe essere il cratere Boguslavsky, in prossimità del polo sud lunare, dove analizzerà le caratteristiche della regolite (il suolo lunare) e realizzerà una dettagliata mappa in 3D del terreno circostante.
Pianeta Rosso. La missione verso Marte, per com'è stata presentata, suscita qualche perplessità: il 2019, infatti, non è l'anno migliore per dare il via a missioni marziane. I lanci avvengono solitamente quando la posizione di Marte e della Terra sono tali da rendere il viaggio il più breve possibile, spedendo le navicelle verso un punto dove si è calcolato che sarà il pianeta di arrivo dopo un certo periodo di tempo (circa sei mesi). Questa concomitanza di posizioni ottimali si ripete ogni 26 mesi: nel 2018 la Nasa lancerà la sonda Insight e nel 2020 Esa e Nasa lanceranno due rover.
Una missione nel 2019 sarebbe dunque una novità: potrebbe anche essersi trattato di una svista nel discorso del Presidente, ma è forse più probabile che in realtà la missione preveda un passaggio ravvicinato attorno a Venere, a scopo scientifico e per sfruttare l'effetto fionda e lanciarsi verso Marte. Un'altra incognita dell'operazione è la sua composizione: sarà solamente una sonda orbitale o porterà sul Pianeta Rosso un lander e un rover?
New Space Race. Comunque sia, nel nuovo assetto che sembra prendere il mondo, ripristinando vecchie contrapposizioni, accogliamo con piacere questa nuova Corsa allo Spazio, tra l'impegno americano di costruire una stazione spaziale attorno alla Luna per poi raggiungere Marte, i progetti dell'Esa per un base lunare permanente e i piani delle società private, non solo SpaceX e Lockheed Martin, per la Luna, Marte e gli asteroidi.