I prossimi soggetti da colpire, stando a quanto afferma Julian Assange, sono i grandi del sistema bancario mondiale, che nascondono segreti che il mondo non deve sapere.
“Le rivelazioni saranno su una dei maggiori istituti di credito Usa”
Due ore di dialogo - In un'inedita intervista con un giornalista di Forbes, della durata di ben due ore, Julian Assange, il creatore di WikiLeaks, il sito più attuale del momento spiega quali sono le sue prossime strategie per le delazioni globali: vuole colpire le banche.
Incontro segreto - Il contemporaneo Robin Hood dell'informazione viaggia sempre in gran segreto ed è molto dificile incontrarlo di persona, ma in una lungo dialogo con la rivista americana, Assange si sbottona e illustra i prossimi obiettivi del suo sito. Dopo aver svelato 76,000 segreti della guerra in Afghanistan, 392,000 documenti sulla guerra in Iraq e i recenti 250,000 cartogrammi della diplomazia americana che stanno svergognando i governi di tutto il pianeta, si prepara a infierire sul sistema bancario, da sempre deus ex machina delle dinamiche mondiali.
Documenti condivisi - Julian Assange annuncia come “MegaLeak” i documenti in suo possesso che, dopo una fuga di notizie per merito di una talpa, come avvenuto in precedenza, prospetta di mostrare al mondo. Le informazioni riservate riguraderebbero una delle maggiori banche degli USA, coinvolta in loschi traffici economici. I documenti che pubblica WikiLeaks vengono pubblicati online e spediti in anteprima ai maggiori netowrk e media mondiali. Nel recente caso dei documenti diplomatici americani, i documenti e le anticipazioni sono stati inviati con delle poco tecnologiche chiavette USB a Der Spiegel, il Mundo e altri grandi dell'informazione, nessuno di questi è un media italiano.
Server nascosti - In queste ore si è accesa una vera diatriba circa i server e i computer che nascondo i files pubblicati da WikiLeaks, sottoposti ad attacchi informatici da parte del governo USA nel tentativo di celare la vicenda. A quanto pare i file sono distribuiti con la piattaforma Tor, da cui risulta impossibile determinarne la provenienza dei computer che ospitano i documenti: la posizione può cambiare ogni tot di minuti e pertanto non è rintracciabile.