Non è una nuova moda, ma un sistema che sfrutta gli Rfid per riuscire a identificare più velocemente i capi di abbigliamento. I chip a radiofrequenza entreranno in “servizio” nel più grande supermercato americano dal primo agosto e già si solleva un’ondata di critiche.
“Gli Rfid servono per gestire meglio gli stock di magazzino e gli articoli in vendita”
Jeans, sei stato taggato – Gli Rfid (Radio Frequency IDentification) sono dei microchip che servono per identificare cose e oggetti inviando un segnale radio a degli appositi scanner: una versione high-tech del vecchio codice a barre, per intenderci. Wal-Mart, il più grande supermercato americano, li usa già da tempo per tracciare i movimenti dei pallet all'interno dei magazzini della sua immensa catena di negozi. Adesso, però, ha deciso anche di sfruttare le loro doti di identificazione anche per “taggare” dei capi di abbigliamento come jeans, biancheria intima e calze da uomo.
Tutto sotto controllo – Il sistema di identificazione elettronica di Wal-Mart serve per migliorare la gestione degli stock di magazzino e la tracciabilità degli articoli in vendita. A ogni paio di jeans, mutande e calzini, verrà applicato un Rfid rimovibile per consentire ai commessi di leggere le informazioni a distanza tramite scanner portatili e sapere, in tempo reale, quale taglia di Levis manca e provvedere immediatamente a riassorbire gli scaffali.
Abbasso gli Rfid – Se gli Rfid per Wal-Mart offrono solo grandi vantaggi, Katherine Albrecht, responsabile di un gruppo di consumatori chiamato Consumers Against Supermarket Privacy Invasion and Numbering, non la vede allo stesso modo. Secondo la Albrecht il sistema adottato dal supermercato metterebbe seriamente a rischio la privacy delle persone. Alcuni Stati americani, per agevolare il transito dei pendolari alle frontiere come tra il Michigan e Washington, per esempio, hanno introdotto delle patenti dotate di Rfid. E gli scanner di Wal-Mart potrebbero rilevare le informazioni personali contenute in questi chip.