Non capita tutti i giorni di assistere alla formazione di una caldera. Nel corso del '900, questo collasso di parte di un edificio vulcanico, che lascia dietro di sé un'ampia conca di forma circolare, è accaduto soltanto sette volte.
Recentemente un gruppo di geologi ha avuto una di queste opportunità: poter osservare in diretta la formazione della caldera più grande mai studiata finora, durante l'eruzione del vulcano islandese Bardarbunga.
Eruzione da record. La montagna ha iniziato ad espellere lava nell'agosto del 2014 e ha continuato fino a febbraio del 2015, in quella che è considerata la più imponente eruzione vulcanica d'Europa degli ultimi 240 anni. Il materiale espulso dal vulcano sarebbe stato sufficiente a coprire l'area dell'intera Manhattan; la caldera che si è formata al suo interno misurava, alla fine, 8 km per 7, ed era profonda 65 metri.
Nel corso dell'eruzione, decine di scienziati islandesi e tedeschi hanno monitorato il vulcano da terra e dallo Spazio, usando gps, sensori di pressione e sismografi per studiare il movimento della lava nel sottosuolo.
Sbocco secondario. Hanno così infine visto come si formano le caldere vulcaniche: quella del Bardarbunga è stata creata non dalla risalita diretta e perpendicolare alla superficie del magma dalla camera magmatica, ma da un canale di lava obliquo lungo 45 km, che ha spedito la roccia fusa verso nord est, nel sito di Holuhraun, dove è stata eruttata. La ricerca è stata pubblicata su Science.


tremori. Il movimento della lava all'interno del canale sotterraneo ha causato non meno di 77 terremoti, il collasso del tetto della camera magmatica e la subsidenza (lento sprofondamento) dei ghiacci che si trovavano sul vulcano. Nei giorni più critici dell'eruzione, i ghiacciai del Bardarbunga sono sprofondati al ritmo di 1 metro al giorno, formando alla fine del processo una depressione di 110 km quadrati di superficie.
Strada alternativa. La camera magmatica del vulcano islandese si trova a 12 km di profondità sotto al ghiacciaio più grande d'Europa, il Vatnajokull. Se il magma fosse risalito direttamente, in linea verticale, avrebbe causato un'esplosione di vapore d'acqua con una quantità di ceneri più imponente di quelle emesse dal vulcano Eyjafjallajokull nel 2010. Conoscere l'anatomia di questa eruzione aiuterà i geologi a prevedere la formazione delle prossime caldere.